8. "Mani forti e ben curate"

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Da una decina di minuti ormai, la jeep, guidata dal giovane ragazzo dalla pelle abbronzata, si era lasciata alle spalle i grandi edifici e le strade affolate e chiassose del centro città di Accra, lasciando spazio a numerose vie percorse ogni tanto da case, lontane tra loro di alcuni metri.

Gli occhi verdi e luminosi di Isabella, osservavano gli edifici ben curati, segno che pian piano s'inoltravano nella zona residenziale più moderna della capitale e abitata perlopiù da turisti o persone capaci di permettersi le villette che costeggiavano la strada.

<<Come vedete, è una delle zone più belle dove abitare. Sicura, pulita e molto tranquilla>> affermò Diego, abbassando il finestrino e posando il braccio su di esso, lasciando entrare un leggero e piacevole venticello.

In effetti, da quando avevano varcato l'uscita del centro città, immergendosi in quel percorso, le orecchie di Isabella avevano smesso di udire clacson impazziti, urla, chiacchiericci e il rumore assordante delle numerose auto che li avevano tenuti bloccati per lunghi minuti nel traffico.

Sam, che stanca aveva appoggiato la testa contro la spalla della sua amica, giocherellava con la sua bottiglietta vuota e commentava a bassa voce ciò che i suoi occhi vedevano, per poi sospirare adorante su quanto fosse bello il loro guidatore.

Isabella invece, si era ormai arresa ad appicicarsi alla sua amica per non sfiorare l'uomo accanto a lei, che riempiva l'intera auto con il suo profumo costoso. Le loro braccia avevano continuato a rimanere incollate per tutto quel lasso di tempo e, notando come il signor Thompson non si fosse mosso o avesse cercato di staccarsi, pensò che infondo, non gli dava più di tanto fastidio avere una donna appiccicata.

Una donna che non riusciva a smettere di guardare quelle mani forti e ben curate, perfette per sigillare accordi con uomini potenti come lui e per accarezzare gentilmente il corpo di una donna. Un po' come aveva fatto con lei, aiutandola a salire nell'auto.

La sua presa era stata forte, sicura, carnale, gentile e confortevole.

Ed era stato proprio ciò a farle ripensare, quando guardava le sue mani, a quella scena e alle sensazioni di calore che avevano investito il suo corpo a contatto con lui.

<<Il signor Thompson e il signor McLaren hanno già visto la casa, spero vi sia piaciuta>> affermò Diego, attirando l'attenzione dei due uomini, che osservavano il panorama fuori dal finestrino.

Jonathan, risvegliandosi dai suoi pensieri, distolse lo sguardo dai suoi occhiali da sole, con cui stava giocherellando, e lo rivolse al ragazzo al volante.

<<Molto accogliente, avete fatto un ottimo lavoro>> affermò, schiarendosi leggermente la voce per poi posare, involontariamente, gli occhi sulle gambe abbronzate e spoglie della ragazza accanto a lui.

Si passava le dita ben curata sulla coscia tracciando sulla pelle morbida disegni immaginari e confusi, e Jonathan non poteva far altro che osservare i suoi movimenti sovrappensiero.

<<Arrivati!>> esclamò Diego, fermando l'auto e attirando l'attenzione su di sé.

Osservando la casa circondata dal muretto in pietra che regalava all' abitazione l'aspetto di una fortezza, aprì la portiera dell'auto scendendo e scontrandosi con il sole caldo e afoso del pomeriggio.

Il minibus aveva parcheggiato proprio davanti all'entrata e i volontari, scendendo ad uno ad uno, si guardavano attorno stupiti e curiosi mentre lo staff dell'Associazione iniziava a tirare fuori le loro valige.

Jonathan, osservando le due ragazze scendere dall'altra portiera, si chiuse dietro lo sportello per poi camminare accanto al suo amico verso il cancello della piccola villetta.

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