23." Bugie"

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Le facevano male i piedi per le lunghe camminate durante la visita della città di Elmina e, nonostante si fosse divertita come da tempo non faceva, grazie a Cassandra e Sam, non poteva non sentirsi stanca e vogliosa di posare la testa contro il cuscino morbido e profumo di talco e rose, il suo shampoo e anche bagno schiuma, e addormentarsi fino al giorno dopo; ma quando il suo telefono prese a suonare, e il nome di sua madre comparve sullo schermo, capì che i suoi desideri avrebbero aspettato per esaudirsi.

Prese un respiro profondo, prima di accettare la chiamata e portarsi il cellulare all'orecchio.

La voce dolce e al tempo stesso squillante ed entusiasta di sua madre le riempì immediatamente l'udito.

<<Isa, finalmente! Devi smetterla di mandarci email invece di chiamare, abbiamo bisogno di sentire la tua voce, tesoro>> questo, fu ciò che sua madre le riversò adosso immediatamente, senza nemmeno lasciarle il tempo di spiccare parola o produrre un suono con la bocca.

<< Ciao, mamma. Anche io sto bene, voi invece?>> ridacchiò, sedendosi composta sul letto morbido e guardandosi le unghie.

<<Noi stiamo benissimo, tesoro. Ci manchi così tanto, non ti vediamo da Natale >> sospirò tristemente la madre.

<< Vi ho già promesso che, appena tornerò in America, volerò immediatamente da voi>> affermò Isabella, alzando le spalle come se sua mamma potesse vederla.

<<Non puoi venire direttamente qui? Sarebbe più comodo, l'Africa non è poi tanto lontana dall'Inghilterra, tesoro>> si lamentò, facendo sorridere Isabella.

<<Sai benissimo che non posso, il contratto con l'Associazione prevede che parta e ritorni con loro, non posso fare deviazioni>> spiegò per l'ennesima volta.

I suoi genitori, si erano trasferiti solo un anno prima in una piccola città ad alcuni chilometri dalla bella, chiassosa e popolata Londra. Non avrebbe mai dimenticato i mesi che avevano passato cercando di convincerla a trasferirsi con loro in Inghilterra eppure, nemmeno le lacrime scongiuranti di sua mamma, erano riuscite a far tentennare la scelta di Isabella.

Non aveva intenzione di rovinare la vita dei suoi genitori persino in Inghilterra. Era giusto che anche loro, dopo anni di dolore e sofferenza, trovassero la pace da tanto tempo scordata. E solo con lei lontana, loro avrebbero potuto finalmente ricostruirsi una vita.

Alla partenza dei suoi genitori per il regno Unito, Isabella si era trasferita a casa di suo zio Thomas per alcuni mesi. Lui e sua cugina, Kylie, erano gli unici della sua famiglia, apparte i suoi genitori, a non guardarla in modo disgustato e raccapricciante.

L'avevano accolta calorosamente, aiutata a trovare un lavoro, un piccolo appartamento da affittare e a ricostruirsi una vita, partendo da zero.

Non avrebbe mai dimenticato le cose che suo zio aveva fatto per lei.

<<Capisco, beh non vediamo l'ora di rivedere la nostra bimba. Tuo padre, anche se non lo dice, sente la tua mancanza forse anche più di me>> il tono di voce di sua madre, perse quel briciolo d'entusiasmo, mentre, un groppo pesante tonnellate, si bloccava in mezzo alla gola di Isabella.

<<Manca anche a me, tanto>> farfugliò, schiarendosi la voce e ignorando lo spasmo doloroso al petto.

Le bastava ripensare al suo adorato e caro papà, e immediatamente gli occhi le bruciavano di lacrime salate e bollenti.

E lei ci provava a trattenerle, ci provava con tutta se stessa, ma non riusciva ad evitarlo, non quando i ricordi riaffioravano zampillando e portando con loro il veleno letale.

Perso Senza Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora