16. "Baci ai frutti di bosco"

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"E così con un bacio io muoio."
William Shakespeare


Indossò, senza fare il minimo rumore, la sua felpa colorata per poi camminare in punta di piedi verso la porta della sua stanza.

Le sembrò di essere quegli animali notturni che uscivano solo quando il sole scompariva dal cielo, lasciando spazio alla luna.

Chiudendosi la porta alle spalle, superò il corridoio per poi fermarsi nella cucina vuota e pulita.

Era da poco scoccata la mezzanotte e lei, dopo aver passato l'intera giornata circondata dalle quattro mura della sua stanza e accompagnata, ogni tanto, da Sam e Cassandra che venivano ad assicurarsi che stesse bene, aveva solo bisogno di prendere una boccata d'aria fresca e di mettere qualcosa nello stomaco vuoto.

Accendendo la luce della cappa, si versò un bicchiere d'acqua dalla caraffa, posta in mezzo al tavolo, per poi aprire il frigorifero, in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.

<<Mi sono chiesto quanto tempo avresti resistito senza mangiare>> mormorò una voce alle sue spalle, facendola sobbalzare e sbattere la testa contro il ripiano del frigorifero.

Sibilando di dolore, i suoi occhi si spalancarono di sorpresa quando la sua mente riconobbe quel timbro.

Grattandosi la nuca dolorante, si voltò così velocemente verso di lui tanto da sentire male al collo.

Imbambolata, lo osservò posare una tazza nel lavello per poi riempire il bollitore elettrico. I suoi movimenti erano fluidi, calmi e calcolati. Come se avesse studiato, nei minimi dettagli, il modo in cui si sarebbe mosso una volta entrato nella cucina.

Tutto l'opposto di lei che, imbarazzata fino alla punta dei piedi, chiuse il frigorifero restando ferma accanto a esso.

Si limitò, nervosa, a guardarlo chiudere il contenitore d'acqua per poi accenderlo e appoggiarsi, con le braccia incrociate al petto, al ripano.

Poi, silenzioso come una pantera pronta ad attaccare la sua preda, si avvicinò a lei fino a farle percepire il suo profumo inebriante.
Si aspettava che la toccasse come aveva fatto quel mattino, invece, quando non la sfiorò nemmeno per sbaglio, dovette mordersi con forza la lingua per averci anche solo pensato.

Quando aprì il frigorifero lei, scuotendo la testa come a volersi risvegliare da quello stato di trance, si spostò per non essere colpita dallo sportello grigio.

Lo guardò frugare, per alcuni istanti, all'interno degli scomparti per poi affarrare un pomodoro, un po' d'insalata già lavata, del formaggio fresco e una vaschetta di tacchino affettato.

Lo scrutò curiosa chiudere il frigorifero con un braccio, per poi camminare verso il tavolo.

L'unico suono presente in quella stanza era il rumore dell'aria condizionata, il borbottio del bollitore e il rimbombò del cuore di Isabella.

<<Ti piace il tacchino?>> domandò tutt'un tratto. La sua voce le contorse le budella e la fece rabbrividire mentre si avvicinava al tavolo.

Sentiva i suoi occhi scuri scrutarla, ma lei non poté far altro che osservare le sue mani sistemare due fette di pane sopra un piatto.

Alzando lo sguardo verso di lui, deglutì annuendo per poi prendere un respiro profondo e avvicinarsi ancor di più.

Sentiva freddo e caldo al tempo stesso, come se il suo corpo avesse completamente perso la ragione; si muoveva da solo, spinto dall'istinto e dal desiderio che provava per quell'uomo.

Fermandosi accanto a lui, prese alcune fette di formaggio posandole sul pane mentre Jonathan affettava il pomodoro in spicchi.

Era come incantata dalla sua mano e dai suoi calmi e silenziosi.

Perso Senza Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora