32."Dolcezza..."

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Una sensazione di calore la circondava completamente donandole serenità, tranquillità e tepore mentre, con la guancia posata su qualcosa di duro, si muoveva risvegliandosi dal suo sonno profondo.

Sollevando le palpebre, si strofinò gli occhi colpiti dalla luce del sole e sbadigliò.

Fu quando abbassò lo sguardo e osservò le braccia muscolose avvolgerle in una presa stretta il corpo, che si rese conto del posto in cui aveva passato la notte.

Sconvolta, si voltò velocemente incrociando il volto rilassato e addormentato di Jonathan a pochi centimetri da lei.

Le sue braccia erano ancora strette attorno a lei e Isabella, sospirando con una sensazione di tepore e calma, che da tanto non provava, tornò a rannicchiarsi contro il suo petto caldo e muscoloso sotto alle sue dita.

Era la seconda volta che dormivano insieme, e Isabella non sapeva che pensare riguardo la situazione che si stava, a poco a poco, creando tra loro. Quel legame che, dopo la sera prima, ero chiaro e impossibile da nascondere a entrambi.

Le piaceva tanto ed era irresistibilmente attratta da lui e, quel che era successo durante la notte, non avevano fatto altro che confermare i suoi sentimenti verso quell'uomo così attraente e profondo.

Posandogli una mano sulla guancia, lo osservò dormire in pace, con il volto steso in un'espressione serena, e giocherellò con la sua barbetta ruvida e scura che gli ricopriva la mascella. E al sol pensiero di quel che le aveva provocato, quella sensazione di pizzicchiò e solletico tra le gambe mentre lui la toccava in quel modo così intenso, possessivo e al tempo stesso delicato, la fece imbarazzare così tanto che temette di andare a fuoco mentre ignorava quel sorrisetto che le piegò le labbra.

Era stata così bene quella notte con lui e lo avrebbe rifatto senza mai stancarsi di lui e dei tocchi capaci di farle scoprire sensazioni irresistibili e così carnali da riuscire a farle tremare il corpo.

Proprio sul punto di tornare a cedere a quel piacevole sonno che l'aveva avvolta quella notte, un pensiero le arrivò alla mente facendole spalancare gli occhi. Immediatamente si sedette sul letto coprendosi il petto nudo con il lenzuolo e si guardò attorno, allarmata, in cerca di un orologio

E quando i suoi occhi verdi e stanchi si posarono sul comodino dalla parte in cui dormiva Jonathan, e lesse l'orario, riuscì a rilasciare un sospiro di sollievo mentre l'ansia le abbandonava le spalle e tornava a stendersi tra quelle braccia grandi e calorose che l'attendevano.

Sarebbe stato un disastro semmai l'avessero vista lasciare la stanza di Jonathan, e avessero compreso il posto in cui aveva passato la notte.

Ma, alle cinque e dieci del mattino, nessun volontario era mai sveglio. Erano tutti dei dormiglioni che si alzavano solo verso le otto.

<< Dolcezza...>> borbottò profondamente, la voce rauca e terribilmente sexy di Jonathan facendola sobbalzare.

<<Hai smesso di far tremare il letto con i tuoi scatti improvvisi?>> domandò lui, stendendosi sulla schiena e strofinandosi gli occhi ancora assonnati e stanchi. I suoi capelli scuri e spettinati, in quel mattino, rendevano ancor più attraente il suo aspetto affascinante.

Imbarazzata, Isabella si coprì con il lenzuolo schiacciando la guancia contro il cuscino.

<<Scusa, pensavo avessimo dormito fino a tardi>> mormorò, osservandolo e scorrendo gli occhi sui suoi muscoli mentre si sollevava sui gomiti e voltava la testa verso la sveglia sul comodino.

<< I volontari sono le ultime persone al mondo a svegliarsi prima delle sette>> mormorò, la voce arrocchita dal sonno mentre spostava lo sguardo su di lei.

Perso Senza Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora