Una voce famigliare, ma al tempo stesso lontana e confusa, lo chiamava nel sonno, mentre qualcuno gli percuoteva la spalla in modo incessante e a dir poco fastidioso.
Eppure i suoi occhi non ne volevano sapere di aprirsi, non quando il suo corpo era avvolto in quella nuvola di tranquillità e tepore.Girò la testa di lato percependo immediatamente una fitta d' indolenzimento al collo e, quando la sua guancia si posò su un qualcosa di duro e caldo, i suoi occhi, involontariamente, si spalancarono.
La luce del sole gli era puntata proprio negli occhi, obbligandolo ad abbassare le palpebre, ancora assonnate e stanche, mentre si portava una mano sul volto coprendosi dai raggi lucenti e si accorgeva del peso appoggiato sul suo corpo e che lo scaldava fin sotto le ossa.
<<Vuoi fottutamente svegliarti?>> sbottò la voce divenuta ormai fastidiosa e che lui riconobbe come quella del suo migliore amico.
Ma l'attenzione di Jonathan, silenzioso e privo di parole, era troppo concentrata sulla testa posata sulla sua spalla e sulla chioma castagna sparsa sul suo petto, per poter rispondere a Nathan, in piedi accanto al divanetto in giardino.
Il corpo esile di Isabella era rannicchiato e infreddolito tra le gambe divaricate di Jonathan il quale braccio le cingeva la schiena.
La sua testa, era posata appena sotto il suo mento e le sue mani piccole, e coperte interamente dalla felpa che indossava, gli cingevano in collo.
Si erano addormentati sotto alle stelle della notte, mentre lui la cullava tra le sue braccia.
Si era addormentato troppo stregato, incantato e ubriaco da quel profumo di bagno schiuma che lui non riusciva più a togliersi dalla testa.
E mentre osservava il profilo del suo volto incantevole, steso in un espressione serena e le ciglia lunghe sfiorarle le guance, Jonathan si sentì pervadere da un avvolgente sensazione che gli serrò il petto in un pugno stretto.
<<Jonathan, che cazzo stai facendo?>>
E quella domanda, riuscì a percuoterlo da quel via vai di pensieri ininterrotti.
Cosa stava facendo?
Non lo sapeva nemmeno lui.
L'ultima volta che si era addormentato così serenamente mentre tra le braccia teneva una donna, era stata con Sophia, la più piccola delle sue amate sorelle.
E tenere tra le braccia Isabella non era certo la stessa cosa con una delle sue sorelle, per niente.
Non quando un erezione gli premeva i boxer in modo dannatamente fastidioso.
Non quando il suo corpo si risvegliava infuocato per colpa di quella donna.
Portandosi una mano sul volto, di strofinò gli occhi stanchi per poi osservare il suo migliore amico, infuriato e con una sigaretta tra le dita.
<<Che ore sono?>> borbottò Jonathan, ad un tratto nervoso e brusco.
<<Le cinque di mattina. Sbrigati a riprenderti da qualsiasi virus tu abbia preso in questi giorni prima che qualcuno veda ciò che stai combinando>> queste, furono le uniche parole che Nathan sputò furioso prima di marciare verso la casa, sbuffando e imprecando tra sé lasciando così Jonathan, intontito e incapace di staccare lo sguardo da lei.
Sentiva una delle sue mani piccole sulla pelle scoperta, tra il collo e la spalla, e gli parve di percepire la sua carne bruciare sotto a quel tocco.
Non era certo di riuscire a collegare la sua mente in quel mattino soleggiato, eppure, mentre sospirava pesantemente e le posava la mano sulla coscia, accarezzando con le nocche la pelle ricoperta di brividi dovuti alla brezza, e avvicinava la punta del naso verso la cascata di capelli scuri cibandosi di quel maledetto profumo, capì che l'ultima cosa che desiderava, era risvegliarsi da quel sonno tiepido e rendersi conto di ciò che stava combinando.
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Perso Senza Di Te
Romance☆COMPLETA☆ Dopo lo scandalo che segnò duramente il suo cognome prestigioso, disegnandolo come un uomo violento e senza cuore, Jonathan Thompson, l'uomo d'affari più influente del Paese, tenta in tutti i modi, aiutato dai suoi consiglieri di fiducia...