5. "Occhi scuri e whiskey con ghiaccio"

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Spinse all'indietro i capelli, mentre indossava il cappotto primaverile e ascoltava il chiacchericcio dei suoi colleghi che, come lei, si sistemavano i soprabiti pronti per lasciare il ristorante.

Con sua grande sorpresa, la cena era proseguita senza intoppi. Avevano tutti mangiato del buon cibo, anche se lei avrebbe preferito di gran lunga un bel hamburger, bevuto del gustoso e costoso vino, e chiacchierato come dei vecchi amici.

Persino il signor Thompson aveva scambiato un paio di parole amichevoli con i volontari, limitandosi poi, per il rimanente del tempo, a discutere con suo zio di sport, politica e attualità.
Lei, invece, aveva scherzato con Sam sorbendosi i complimenti della sua amica sul signor McLaren, seduto accanto a Jonathan.

Quanto a quest'ultimo, Isabella aveva fin troppe volte posato lo sguardo su di lui, osservando i suoi gesti calcolati mentre mangiava la sua bistecca al sangue e beveva il vino rosso.
Ma infondo, non era l'unica ad essere stata particolarmente affascinata e incuriosita da qualcuno.

Si era accorta più volte, mentre parlottava con Sam, dei suoi occhi scuri fissarla con intensità e attenzione, limitandosi poi a fingere indifferenza come se quelle attenzioni non le facessero provare una tremenda soggezione mista a una scintilla di curiosità.

<<Conosco un locale molto carino qui vicino, che ne dite?>> mormorò Marcus, uno dei volontari, mentre si sistemava la camicia blu, a strisce bianche, e seguiva i suoi colleghi verso l'uscita.

Sistemando la pochette nera, Isabella ringraziò il cameriere che le aveva consegnato il suo cappotto scuro e, involontariamente, trattene il fiato quando passò accanto al Signor Thompson che, con una mano infilata nella tasca dei suoi pantaloni eleganti, con l'altra le tenne aperta la porta, permetttendole di uscire prima di lui.

Il suo braccio sfiorò la giacca blu ed elegante di Jonathan che, con lo sguardo puntato sulla media statura della ragazza appena passatagli davanti, si lasciò sfuggire un lieve sospiro quando un profumo dolce, delicato e femminile gli solleticò piacevolmente il naso.

I suoi occhi scuri, involontariamente, la seguirono mentre si avvicinava alla sua amica e al resto del gruppo, e così, sistemandosi il suo abito scuro, li raggiunse lanciando un occhiata a Nathan che, immerso in una conversazione al telefono, era fermo a pochi metri da lui.

<<Signor Thompson, saremmo molto felici se decidesse di unirsi a noi>> mormorò un giovane volontario, stendendo le labbra sottili in un grande sorriso e tirando i lembi della giacca color giallo ocra che indossava.

Lo sguardo di Jonathan si accigliò più del dovuto per quella proposta non prevista, così, infilandosi le mani nelle tasche dei suoi pantaloni eleganti, lanciò un occhiata al suo autista che, in piedi accanto al SUV, era pronto per qualsiasi ordine da parte del suo capo.

<<Per questa volta, io dovrò rifiutare, ragazzi. Vi auguro una buona serata>> si scusò il signor Anderson, per poi voltarsi verso Jonathan e porgergli la mano.

<<Signor Thompson, la ringrazio per questa meravigliosa cena. Invierò gli ultimi dettagli alla sua segretaria, e discuterò con gli altri membri la sua proposta>> affermò, sorridendo gentilmente, mentre Jonathan ricambiava la stretta.

<<Ci terrei molto, soprattutto per questioni di privacy. Le auguro una buona serata>> mormorò cordialmente, schiarendosi la voce e riportando la mano dentro la tasca dopo che il signor Anderson dedicò la sua attenzione alla giovane nipote, che si teneva ben distante da lui.

<<Isabella, potresti unirti a me per un secondo? C'è una cosa di cui vorrei parlarti>> affermò, facendo un cenno del capo verso il parcheggio e così, la ragazza dagli splendidi occhi verdi e dai lunghi capelli ondulati sulle spalle, seguì suo zio dopo aver comunicato ai suoi colleghi che li avrebbe raggiunti dopo aver concluso la conversazione.

Perso Senza Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora