Si passò una mano tra i capelli umidi mentre il suo viso veniva riflesso nello specchio del suo bagno privato.
Due docce fredde erano le uniche cose riuscite ad aiutarlo durante la notte tormentata che aveva passato.
Si era assopito solo verso le quattro del mattino, quando il desiderio e il volto di quella ragazza erano stati cacciati via dalla stanchezza.
E nonostante le docce gelate, gli bastava ripensare al suo nome per eccitarsi nuovamente, per sentire quel brivido lungo la schiena e maledirsi per l'ennesima volta.
Appoggiò le mani sul lavandino in ceramica, dove era appoggiato il suo pettine e il colluttorio appena usato, per poi sospirare e fissare i suoi occhi scuri riflessi nello specchio.
Stentava quasi a riconoscersi, a riconoscere il controllo che negli anni lo aveva reso imperturbabile e indifferente a qualsiasi cosa.
Si nascondeva dietro alla scusa della mancanza di sesso. Se lo ripeteva all' infinito fino a convincersi eppure, quando rimembrava quegli occhi verdi, tutte le bugie gli crollavano adosso come un muro fatiscente.
Non era certo la mancanza del rapporto sessuale con le donne a provocargli quel desiderio carnale, no di certo.
E ciò lo dimostrava persino il suo interesse pari a zero verso le altre volontarie, a cui rivolgeva a mala pena un occhiata fugace, nonostante la bellezza che le contraddistingueva.
Sospirando, staccò le mani dal ripiano per poi abbandonare il bagno in camera e avvicinarsi all'armadio, di modeste dimensioni, che conteneva i suoi vestiti.
Era contento di non condividere la stanza e nemmeno il bagno con gli altri volontari e ciò gli consentiva l'opportunità di non interrompere la sua routine mattutina.
Ovvero svegliarsi verso le sei di mattina, farsi una doccia rinfrescante e rinvigorente, mettersi comodo nel divano, posto infondo alla stanza, e dedicarsi al suo lavoro con cui si teneva in contatto ventiquattrore su ventiquattro.
Seguiva tutte le riunioni importanti tramite le video conferenze nonostante il fuso orario di cinque ore, passava minuti indeterminati al telefono con suo padre, scambiando con lui pareri e consigli sui nuovi progetti, e si assicurava che i suoi impiegati non smettessero mai di lavorare ininterrottamente.
Non perché il loro capo era partito per un viaggio dall'altra parte del mondo, loro dovevano prendersi una pausa dal lavoro.
Vestendosi con un paio di jeans scuri e puliti e una maglietta nera aderente, finì di asciugarsi i capelli per poi infilare le scarpe e prendere i suoi effetti personali come il portafoglio, il telefono e i suoi occhiali da sole, indispensabili per quel sole alto e cocente.
Chiudendo a chiave la porta della sua stanza, lanciò un occhiata a quella del suo amico proprio a dirimpetto con la sua e un sospiro, involontariamente, gli lasciò le labbra.
Dire che il giorno prima gli avesse fatto il terzo grado, sarebbe stato un eufemismo; perché per ben due ore, Nathan aveva torturato il suo amico con le domande.
Delle domande che non ebbero risposta, perché infondo nemmeno Jonathan capiva ciò che gli stava accadendo.
L'unica cosa di cui era sicuro, era di dover assolutamente riprendere in mano le redini della situazione.
Scendendo le scale, il vociare dei volontari proveniente dal salotto e dalla cucina, gli arrivò fino alle orecchie mentre attraversava il corridoio formato dalle numorose porte che indirizzavano ai bagni e alle camere da letto.
Proprio mentre le superava, la sua attenzione venne attirata dalla ragazza che uscì da una delle stanze. Si chiuse dietro la porta e per lui, fu impossibile non riconoscere quella chioma castana.
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Perso Senza Di Te
Romance☆COMPLETA☆ Dopo lo scandalo che segnò duramente il suo cognome prestigioso, disegnandolo come un uomo violento e senza cuore, Jonathan Thompson, l'uomo d'affari più influente del Paese, tenta in tutti i modi, aiutato dai suoi consiglieri di fiducia...