63. "Sono ossessionato da te"

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"<<Smettila di muoverti, tesoro>> mormorò, a bassa voce, tornando ad immergere la mano tra i capelli lunghi e morbidi della ragazza che, ridacchiando, tornò a posare la testa contro il suo petto.

<<Non riesco a trovare una posizione comoda>> borbottò lei, alzando il volto per guardarlo, e mostrargli quegli occhi verdi, luminosi, e leggermente socchiusi.

Appoggiando una mano sotto alla sua testa, Jonathan socchiuse le labbra, e attese che Isabella gli infilasse la caramella gommosa in bocca, che lui masticò lentamente, godendosi il sapore di fragole che gli invase il palato.

<<Che gusto era?>> domandò Isabella, alzandosi nuovamente, e mettendosi seduta, davanti a lui, a gambe incrociate sul letto, mentre i suoi occhi erano concentrati sul sacchetto di caramelle che teneva tra le mani.

<<Perché non lo scopri tu?>> ribattè lui, stendendo le labbra un un piccolo sorriso di scherno, e afferrandole il fianco quando lei, guardandolo con occhi socchiusi, si avvicinò fino a dargli un bacio sulla bocca.

Quando tentò di approfondirlo, accarezzandole le labbra con la lingua, e massaggiandole la schiena, per poi immergere le dita tra i suoi capelli lunghi, si godette il gemito profondo che le lasciò la gola, ed ispirò il profumo della sua fragranza dolciastra, borbottando quando Isabella si staccò fin troppo presto dal bacio, e appoggiò la fronte contro la sua, ridacchiando divertita.

<<Fragola...sei sempre il fortunato che riesce a prendersele>> borbottò, allontanandosi, e sedendosi sul bordo del letto, prima di alzarsi in piedi.

Gli occhi scuri di Jonathan si soffermarono sulle gambe nude, lisce e abbronzate della ragazza, lasciate scoperte dalla maglietta lunga che indossava, e che mostrava scorci delle sue mutandine lilla.

E, nonostante fossero quasi le due del mattino, e il corpo di lui fosse stanco e sfinito, riuscì a sentire lo stesso il calore risalire lungo la sua spina dorsale, e la lussuria riempirgli le iridi scure e profonde.

Isabella, tra le sue mani dalle dita sottili e morbide, possedeva un potere che nessuno aveva mai avuto su di lui.

Le bastava entrare in una stanza, per avere la totale attenzione di Jonathan, che sembrava calamitato da lei, come se quegli verdi lo avessero stregato e legato a loro fin dalla prima volta che li incrociò.

Sospirando, sistemò il braccio sotto alla sua testa, appoggiata contro i cuscini morbidi, e la osservò, accarezzandole il corpo solo con lo sguardo.

La guardò, mentre frugava nella sua borsa, e si chinava di tanto in tanto, facendolo inspirare profondamente quando, involontariamente, gli  mostrava il tessuto sottile del suo perizoma, che sembrava deriderlo.

Se solo due mesi prima gli avessero detto che la sua bocca si sarebbe asciugata, le parole avrebbero fatto fatica ad uscire dalle sue labbra, il suo cuore avrebbe battuto velocemente e il sangue avrebbe ribollito di lussuria desiderio, bisogno e necessità nelle sue vene, tutto per colpa di una donna, avrebbe riso di gusto e sollevato gli occhi al cielo.

<<Cosa stai cercando, Isabella?>> domandò, scacciando via i suoi pensieri, e guardandola mentre continuava a svuotare la sua borsa, senza rispondere a Jonathan, che sospirò e attese che lei finisse qualsiasi cosa stesse facendo.

Quando la ragazza si voltò verso di lui, Jonathan non si perse il sorrisetto che aveva sulle labbra, mentre teneva le mani dietro la schiena e camminava, lentamente, verso di lui.

<<Resta lì, fermo>> ordinò, salendo sul letto, stando attenta a non pestare le gambe di Jonathan, e mettendosi in piedi sul materasso, guardandolo quindi dall'alto.

Perso Senza Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora