prologo

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La musica bassa e rilassante rimbombava come la melodia più dolce, più armoniosa e rilassante, mentre la sua figura alta e muscolosa veniva riflessa sul maestoso specchio della stanza.

Il sole caldo e alto nel cielo, filtrava attraverso le tende mezze aperte, lasciando in questo modo entrare i raggi di luce che illuminavano gli spazi dai toni chiari. Il beige era il colore dominante che regalava freschezza ed eleganza a quella stanza, mentre il bianco delle pareti la rendevano più limpida, mettendosi in perfetta simbiosi con il parquet grigio chiaro e costoso.

Mentre le note del pianoforte e del violino arrivavano alle sue orecchie in una dolce melodia, i suoi occhi scuri, con le piccole pagliuzze verdastre, osservavano le sue dita chiudere, ad uno ad uno, i bottoni della camicia bianca ed inamidata che avvolgeva come una seconda pelle le sue spalle ampie.

Si sistemò il colletto per poi, in un gesto fin troppo esperto, legarsi velocemente e perfettamente la cravatta blu e setosa al collo, il tutto mentre i suoi occhi non abbandonavano mai i suoi movimenti riflessi sullo specchio.

Si muoveva in modo elegante, raffinato e fin troppo calcolato. Come se per anni avesse studiato ogni sua mossa, ogni suo gesto ed espressione e, quando un movimento estraneo alle sue spalle attirò la sua attenzione, facendogli distogliere lo sguardo dallo specchio, che luccicava per lo splendore, si decise a distogliere gli occhi da se stesso e di avvicinarsi, a piccoli e lenti passi al centro della stanza infilandosi, nel frattempo, il gillet del completo scuro e fatto a misura per il suo corpo alto e atletico.

Il suo volto fu adombrato da uno sguardo infastidito appena giunse ai piedi del letto, e i suoi occhi si posarono sulla testa bionda che si muoveva tra i cuscini bianchi, come nuvole soffici.

Un basso e quasi silenzioso sospiro gli uscì dalle labbra serrate in una linea, prima di tornare a prepararsi con la massima tranquillità, ignorando quel particolare ancora nella sua camera da letto lussuosa ed elegante.

Si spruzzò il suo PacoRabanne preferito, cospargendo l'intera stanza con l'aroma virile e paradisiaca, prima di lisciarsi il completo blu che calzava a pennello sul suo fisico asciutto e tonico, e distogliere una volta per tutte lo sguardo dallo specchio.

Una lieve, e roca, voce femminile lo costrinse, di malavoglia, a voltarsi verso il suo interlocutore che, ad ogni secondo, diveniva sempre più fastidioso per lui.

I capelli lunghi e biondi della donna, le scendevano lungo la schiena accarezzandole le spalle spoglie ed esili, mentre il lenzuolo bianco e candido copriva il resto del suo corpo nudo.

I suoi occhi scuri non indugiarono più di due secondi sulla donna assonnata davanti a lui che, lentamente, si sfregava gli occhi chiari osservandolo corrucciata e confusa.

<<Una macchina ti aspetterà tra quindici minuti fuori dall'edificio>> affermò, il tono di voce rauco e virile, mentre i suoi piedi, accompagnati dal ticchettio delle sue scarpe nere ed eleganti, si dirigevano verso la porta della stanza padronale.

Non attese una risposta. Aveva perso fin troppi minuti del suo tempo prezioso con quella donna, incontrata la sera prima e con la quale aveva passato una piacevole notte di sesso. Era stato anche fin troppo buono, si disse, permettendole di dormire con lui e nel suo letto.

Attraversò il corridoio, sentendo i suoi passi come unico suono presente nell'attico all' ultimo piano del più prestigioso edificio della città, e si passò una mano sulla barba ruvida e scura, per poi far scorre le dita tra i capelli corti.

La postura dritta, la camminata elegante, virile ed affascinante, ed il suo sguardo glaciale e perennemente imperturbabile lo rendevano agli occhi di tutti, grandi e piccoli, un uomo forte, potente e ricco.

Perso Senza Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora