All'età di sedic'anni sua mamma dovette operarsi al cuore, e la lasciò a casa di sua nonna per quasi una settimana.
Isabella ricordava ancora la paura con cui si era svegliata a notte fonda il giorno dell'operazione, perché la paura di perdere sua madre era troppo forte, troppo profonda e viscerale per permetterle di dormire.
Ed in quel momento, anche se sua madre non doveva operarsi, e Isabella non aveva timore che qualcosa andasse storto, portandole via la donna più importante della sua vita, lei percepiva lo stesso quel terrore carnale che le stringeva le viscere in nodi stretti, e rendeva il suo petto pesante e soffocato, come se un grosso masso fosse posato sopra di esso.
Quando la porta scura di legno si aprì, e Isabella sollevò lo sguardo dal pavimento per posarlo sull'uomo vestito con un completo marrone a tre pezzi, il suo cuore perse un battito per poi riprendere la sua corsa veloce ed inarrestabile.
Si alzò in piedi e, sistemandosi la borsa sulla spalla, incontrò gli occhi scuri e indecifrabili dell'individuo, per poi avvicinarsi e cercare di stendere il suo volto in un espressione serena, che non contenesse l'angoscia che provava in quel momento.
Giunta dinanzi all'uomo, tese la mano verso la sua, grande, grossa e segnata dall'età, che strinse quella di Isabella, in un presa salda e forte.
<<Avvocato Brown, grazie per avermi ricevuta>> mormorò, schiarendosi la voce, e stendendo le labbra in un sorriso incerto.
<<Signorina Anderson, si accomodi pure>> mormorò l'uomo, annuendo e tendendo il braccio verso l'interno del suo ufficio, dove Isabella entrò varcando l'ingresso.
Quello spazio non era cambiato negli ultimi mesi, tranne per le tende che erano di un colore più chiaro del solito, e per il tappeto nero che era stato sostituito con uno persiano, dai fini ed eleganti dettagli.
A Isabella quasi dispiaque pestarlo, ma dovette farlo per potersi accomodare in una delle poltroncine posizionate davanti alla scrivania in legno scuro e lucido, dietro cui l'avvocato si sedette, facendo reclinare la sua sedia d'ufficio.
Lo guardò sistemarsi la cravatta color cappuccino, una cosa che gli aveva sempre visto fare prima di iniziare a lavorare e dedicarsi ai suoi clienti, per poi guardarla e congiungere le mani sulla scrivania.
<<Sono molto contento di poter riavere un confronto diretto con lei, signorina. Come sta?>> domandò, schiarendosi la voce, mentre apriva un grosso raccoglitore, colmo di documenti.
<<Sto bene, grazie per avermelo chiesto, signor Brown>> fu la risposta breve, ed educata, di Isabella, che intrecciò le mani e accavallò le gambe.
Le faceva piacere ricevere quella domanda da lui, ma era troppo nervosa per poter espandersi con le parole. Voleva solo che il suo avvocato le dicesse la verità, e aprisse l'argomento per cui lei era venuta quel giorno.
<<Sono contento che tu stia bene. Ma ora giungiamo al motivo per cui sei cui, oggi>>affermò lui, estranedo un foglio dal mucchio, e mettendola sopra tutti gli altri. Era come sempre breve e conciso, senza tanti di giri di parole inutili che non portavano a nessuna conclusione.
Il suo essere diretto nell'aprire argomenti sensibili e piacevoli le aveva da sempre procurato interesse.
<<Come le ho già detto, la signora Williams ha deciso di ritarare la sua accusa nei confronti dell'accusato Sallaway. Sono stati diversi, i miei tentativi di contattare la donna per poter ricevere una risposta a questo suo gesto, e per metterla al corrente delle ripercussioni penali a cui sarebbe stata sottoposta per aver "mentito" durante il processo>> affermò, tornando a congiungere le mani, mentre il cuore di Isabella riprendeva la sua corsa veloce.
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Perso Senza Di Te
Romance☆COMPLETA☆ Dopo lo scandalo che segnò duramente il suo cognome prestigioso, disegnandolo come un uomo violento e senza cuore, Jonathan Thompson, l'uomo d'affari più influente del Paese, tenta in tutti i modi, aiutato dai suoi consiglieri di fiducia...