53." Sole e acqua salata sulla pelle"

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Affondò i piedi nella sabbia calda, osservando il modo in cui i granelli ricoprivano la sua pelle, ed un sorriso le piegò le labbra, mentre i suoi polmoni si riempivano del profumo del mare e le sue orecchie delle onde selvagge e scatenate, che si scontravano contro gli scogli.

Se avesse potuto scegliere un posto in cui passare il resto della sua vita, finché la sua anima non sarebbe volata verso il cielo limpido e azzurro, avrebbe scelto il mare.

Quel complesso di acque salate, così quieto, burrascoso e silenzioso, così immenso e misterioso, i cui meandri l'uomo umano ancora non ha scovato e nel quale lei avrebbe voluto perdersi, immersa in quella distesa di cristallino, i cui occhi meravigliava.

Respirò profondamente, togliendosi gli occhiali dagli occhi e facendo scorrere lo sguardo curioso sulla spiaggia illuminata dal sole, alto e caldo nel cielo, per poi rimettersi la borsa in spalla e seguire il gruppo, ormai diretto verso gli ombrelloni ben isolati dal resto dei pochi bagnanti presenti in riva al mare.

<<Isabella! Muoviti! O il lettino te lo scordi e il tuo culo si accontenterà della sabbia dura>> urlò Sam, sollevando le braccia in alto per incitare la sua amica ad accelerare il passo.

Ridacchiando, voltò la testa alle sue spalle, come se si aspettasse di veder comparire la figura alta e atletica di Jonathan, ma quando dietro di sé non vide altro che due giovani ragazzi che giocavano a pallone, tornò a porre la sua attenzione sul gruppo, deglutendo il groppo di delusione.

Il mare era il suo posto preferito, e per qualche inconscia ragione, avrebbe voluto condividere con lui quella piccola ammissione, ma lui non c'era.

Mentre il gruppo era partito, diretto verso la spiaggia per una giornata sotto il sole caldo, Jonathan ed il suo amico erano rimasti a casa, immersi in documenti e progetti di cui lei non avrebbe mai capito una virgola.

Si avvicinava, per lui, il momento in cui sarebbe tornato a prendere fisicamente le redini del suo impero di milioni, e non c'era stato giorno, negli ultimi tre, in cui lui non avesse passato ore al telefono, o chiuso nella sua stanza.

E a lei, nonostante quel magone nel petto che cresceva ogni volta che un giorno veniva cancellato dal suo calendario, non riusciva a far altro che immaginarlo, stretto nel suo completo costoso e seduto sulla presidential della sua scrivania regale ed elegante.

Poi, però, si obbligava a smettere dj avere quel tipo di pensieri, perché ciò non faceva altro che far nascere la sua, ormai già fuori controllo, speranza.

Strinse le dita attorno alla sua borsa di paglia intrecciata e, mentre con le dita teneva le sue infradito, camminò sulla sabbia raggiungendo, a passo di lumaca per potersi godere ogni granello dorato sulla pelle, il suo gruppo.

Osservò, divertita, la sua migliore amica stendere il suo asciugamano sulla sdraio, mentre le lanciava uno sguardo che diceva "accomodati pure sulla sabbia", e alzò gli occhi al cielo, appoggiando la sua borsa per terra ed estraendo il suo telo colorato.

Osservando i suoi compagni, che svelti si toglievano i leggeri indumenti che indossavano per poi correre verso l'immenso mare, Isabella estrasse la sua crema solare e si sedette, affondando i piedi nella sabbia bollente.

Spalmandosi la protezione sulle braccia, rendendola morbida e luminosa, guardò i suoi compagni tuffarsi nell'acqua e ascoltò gli strilli delle ragazze quando i volontari le gettarono contro le onde.

<<Non vedevo l'ora di avere una giornata piena di relax>> mormorò Sam, mettendosi gli occhiali da sole scuri e avvicinandosi a Diego che, dopo aver frugato nel minifrigo ed aver estratto una birra, si sedette nella sdraio, cingendole la vita quando Sam lo raggiunse.

Perso Senza Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora