35. "Dio, Isabella..."

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Gli accarezzò i muscoli contratti, facendo scorrere le dita sugli addominali, memorizzando ogni centimetro di pelle liscia e calda su cui i suoi polpastrelli scivolavano senza difficoltà. I suoi occhi verdi, luminosi e percorsi da una scintilla di timidezza, erano fissi su quelli scuri di Jonathan, il cui sguardo carico di desiderio la trafiggeva.

Si sporse verso di lui, facendo sfiorare le loro labbra e si lamentò contro la sua bocca quando le strinse una natica, avvicinandola.

<<Isabella...>> sibilò in un sospiro trattenuto, come se fosse sul punto di perdere l'ultimo briciolo di pazienza.

Fece scorrere la lingua all'interno della sua bocca, facendola intrecciare con quella di Isabella che, lasciandosi sfuggire un respiro profondo e pieno di piacere, gli strinse le ciocche di capelli, scuri e corti, tra le dita.

Le piaceva, il suo modo di baciarla in modo disperato ma pur sempre con quel pizzico e retrogusto dolce. Le piacevano le sue mani grandi, in confronto alle sue, e delicate, che le stringevano le natiche facendola, in movimenti lenti e agognati, strofinare contro la sua erezione dura.

Un respiro strozzato lasciò le labbra di Jonathan che, infilando le mani tra le ciocche lunghe e ancora umide dei capelli Isabella, si sollevò capovolgendo le posizioni e sovrastando il corpo esile della ragazza.

La sua bocca scese lungo il mento dove lasciò una scia di baci umidi fino al collo, e le sue mani, esigenti e disinibite, accarezzarono il ventre, morbido e ricoperto di brividi, di Isabella.

Un verso gutturale gli lasciò le labbra che, succhiando e mordendo la pelle morbida appena sotto all'orecchio, presero a dedicare attenzioni anche ai seni turgidi di Isabella, facendole inarcare la schiena e ansimare rumorosamente.

Le pizzicò i capezzoli duri e rosei per poi avvolgerli con le sue labbra e mordicchiarli leggermente, provocandole un gemito acuto che lei coprì mordendosi la lingua.

Il corpo tremante di Isabella, s'inarcava sotto al peso di quello dell'uomo sopra di lei che, con le sue mani grandi e ruvide, regalava magie alla sua anima viva e ribelle.

Rafforzando la presa sui suoi capelli corti, gli sollevò il volto verso il suo e si riprese le labbra gonfie e morbide di Jonathan, capaci di farle tremare il cuore.

<< Dio, Isabella...>> sibilò con un filo di voce straziato, staccandosi e sfilandole, in un gesto fulmineo, i pantaloni e le mutandine, lasciandola completamente nuda sotto ai suoi occhi lussuriosi e profondi, che memorizzarono ogni centimetro del suo corpo, morbido sotto alle sue carezze.

Lo sentì trattenere il fiato, mentre si chinava e le allargava le gambe con le spalle larghe e forti, per poi posare le labbra sul suo ventre e ricoprirlo di baci lenti, bagnati e provocatori risvegliando, così, quelle piccole e svolazzanti farfalle, e buttando altra legna sul fuoco che bruciava di desiderio il corpo di Isabella.

<<Jonathan...>> bisbigliò, la voce roca e gli occhi socchiusi, mentre si lasciava andare a quei tocchi e a quel piacere che, in scosse elettriche, le inarcava la schiena.

Lo vide sollevarsi in tutta la sua altezza, mostrando la sua erezione dura ed eretta ed il suo corpo atletico e splendido, capace di urlare fascino e bellezza da ogni centimetro, per poi tornare a chinarsi su di lei, la quale, senza fiato, gli circondò il collo con le braccia cercando di calmare la sua agitazione che le mangiucchiava le budella tremanti d'eccitazioni.

Ricambiò i suoi baci e intrecciò la lingua con la sua, tremando quando le dita di Jonathan s'infilarono tra le pieghe del suo sesso bagnato, pulsante e ipersensibile.

Gli morse la spalla per nascondere il gemito che le lasciò le labbra socchiuse, e abbassò le palpebre incarcando la schiena e sollevando i fianchi per averne di più dei tocchi sicuri di Jonathan.

Perso Senza Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora