37

167 19 28
                                    

CAPITOLO TRENTASETTE
«Con un pompino?»

"S-Sto venendo" sussurrò con voce acuta, riversando il suo orgasmo nella bocca del maggiore, senza dargli il tempo di prepararsi. Quest'ultimo, con occhi sgranati, si alzò, correndo verso il bagno all'interno della stanza. Si inginocchiò davanti al water, sputando tutto quel liquido caldo fino all'ultima goccia.

"Cazzo Jisung avresti potuto darmi un po' di preavviso, dannazione, io non sono passivo, non ingoio!" gridò dal bagno. Il demone nero ridacchiò, cercando di dimenticare per sempre quel momento scomodo.

"Si può sapere che cosa cazzo vi passa per la testa?!" gridò Jeno, improvvisamente, facendo congelare sul posto i due ragazzi. Quando Renjun uscì dal bagno seguì lo sguardo del minore fino alla porta aperta, dove, allo stipite, vi era poggiato il blu a braccia conserte.

"Oh, Jeno, non è come sembra!" esclamò Renjun, portando le mani avanti. "D-Da quanto sei lì?" domandò Jisung cercando di mantenere un tono fermo della voce, anche se non ci riuscì.

"Da quando ho sentito il coglione di Renjun tirarti un pugno, mi sono preoccupato, dannazione!" esclamò. "Vengo qua e cosa trovo? Il mio capo che si fa succhiare il cazzo dal padre della sua ragazza?!"

"Yah, non siamo fidanzati, l'ho solo marchiata" Jisung lo corresse, come se quella fosse una priorità. "Credi che abbia importanza?! Voglio una spiegazione o giuro che dirò tutto a Chenle!" al nominare del fidanzato, Renjun sgranò gli occhi.

Come è possibile che non siamo riusciti a sentire quando è entrato qua dentro, la porta era chiusa! Jisung sentì improvvisamente la voce del cinese dentro la sua testa, quindi capì che il demone si era infiltrato nella sua mente.

Cosa cazzo ne so io, Renjun, ero impegnato ad immaginare Sujin nella tua posizione e non è stato facile! Rispose, lanciandogli anche un'occhiataccia.

Voglio ricordarti che anche se l'hai marchiata, lei è pur sempre mia figlia, non dirmi cosa pensi su di lei, mi è bastato sentirvi gridare durante il party!

Improvvisamente Jisung sbiancò. C-Come è possibile-

Il tuo microfono era acceso idiota! La prossima volta che devi scopare con lei, almeno assicurati di non essere in missione, chiaro?!

Vaffanculo! Sbuffò.

Dopo quel minuto di silenzio, anche Jeno sbottò. "Smettete di parlare tramite la mente e datemi questa cazzo di spiegazione!" gridò, facendo tornare gli occhi di Renjun al suo colore naturale.

"Stavo provando a mettermi in contatto con Sujin!" esclamò il biondo. "Con un pompino?" domandò l'altro con un sopracciglio inarcato, per niente convinto da quella storia.

"E' così Jeno, so che non è credibile né si tratta di una spiegazione esaustiva, ma ti prego credici" l'argentato, più calmo e saggio, parlò.

Il blu sospirò. "D'accordo... deduco che dovrò mantenere il segreto..." disse insicuro. I due ragazzi annuirono freneticamente.

"Va bene, adesso sistematevi e andiamo a fare colazione. Anche Joy e Chenle si sono svegliati" sorrise, attendendoli.

I due non ci misero molto, affatto: in pochi attimi erano pronti, come se nulla fosse accaduto.

I tre, tutti insieme, si diressero verso la cucina. Joy era già seduta al tavolo, aspettando gli altri poiché aveva già servito la colazione nei piatti degli altri. Quella mattina aveva cucinato lei.

PRISONER [The ONEIRATAXIA series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora