『
CAPITOLO DUE
«Bugiardo»』
Una settimana era volata.
La ragazzina non aveva avuto notizie della sorella né Jisung si era fatto più rivedere, ma lei riceveva regolarmente i pasti da Renjun, squisiti del resto, anche se la noia ed il silenzio stavano per farla diventare matta.
Sujin poteva dire che era notte fonda dalla luce che da molto aveva smesso di filtrare fra i buchi nelle serrande e dal silenzio tombale che riempiva quel palazzo: stavano tutti dormendo.
La ragazzina aprì lentamente gli occhi, incapace di addormentarsi, mentre, con calma, si metteva a sedere con le gambe incrociate; era indolenzita, poiché il pavimento non era affatto comodo per passarci le ore intere.
Quando fu in grado di vedere bene, senza la vista offuscata dal sonno, sobbalzò, sorpresa dal ragazzo davanti a lei che la fissava.
"M-Mi hai spaventata" balbettò.
Il ragazzo sospirò. "No, non è vero. Se ti avessi veramente messo paura saresti scomparsa" disse saggiamente.
Sujin non aveva nulla da ridire riguardo a quell'argomento.
"Perché mi stavi guardando?" domandò la minore, insospettita. "Non lo stavo facendo" mentì senza guardarla.
Lui era seduto nella medesima posizione in cui stava la ragazzina, proprio a pochi centimetri dalle sbarre della gabbia.
"Bugiardo" borbottò Sujin in risposta.
Questa notò che il ragazzo davanti a lei la scrutava freneticamente, come se stesse cercando qualcosa, così, in modo rapido, si scagliò contro le sbarre, creando un frastuono.
L'atto spontaneo spaventò il maggiore che, improvvisamente, si smaterializzò, diventando invisibile, riapparendo qualche secondo dopo con sguardo sofferente: aveva appena fatto un'enorme errore.
Sujin era a bocca aperta, sbigottita. "Ma tu guarda!" esclamò ironicamente.
"Chenle, il ragazzo che mi ha sparato sul tetto con tanta confidenza, è in realtà un piccolo codardo?" domandò con finto stupore.
"Sta zitta!" Lui si affrettò a farla tacere: aveva commesso un'idiozia e doveva pensare a come fare.
"Che c'è? Per caso i tuoi amici non sanno che sei come me? Tsk" sbuffò, ma quando il ragazzo le puntò improvvisamente un pugnale sul collo, lei si bloccò istintivamente.
"Che cosa vuoi?" chiese lui in un ringhio.
"Sei così messo male che vuoi comprare il mio silenzio?" rise lei, anche se intimorita dalla lama sulla gola.
"Ti sto proponendo un accordo: tu non parli ed io ti do quello che vuoi, non sprecare la tua opportunità" sussurrò lui a denti stretti.
Aveva ragione: Chenle non sembrava il tipico ragazzino che scherzava, affatto, ma se qualcosa lo tratteneva dall'ucciderla, allora, stava nascondendo qualcos'altro e Sujin non avrebbe potuto sprecare l'occasione.
"Voglio spiegazioni, su tutto" rispose lei, prendendo confidenza.
Chenle rise. "Ritenta con qualcos'altro" ordinò tornando improvvisamente alla sua espressione cupa e seria.
"Apri il varco e fammi tornare ad ovest, non mi farò più vedere" rispose lei.
Il ragazzo sospirò, allentando la presa del coltello sul collo, riponendolo sul pavimento.
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PRISONER [The ONEIRATAXIA series]
Fanfic❁ཻུ۪۪A PARK JISUNG FANFICTION❁ཻུ۪۪ ❝non credo di averti detto che ho accettato la proposta di unirmi al tuo gruppetto❞ ❝allora credo proprio che dovrò ucciderti❞ Alla fine Jisung era pur sempre un leader, un demone nero. Provare dei sentimenti non...