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CAPITOLO VENTITRÉ
«Il suo nome è Xiao Dejun»

Sujin era nella camera di Jisung, nel bagno, più precisamente, mentre dava le ultime rifiniture al suo make up.

Fra meno di un'ora il party sarebbe iniziato e lei non poteva che essere emozionata.

Si osservava attentamente: amava la forma del corpo che quell'abito argentato le creava, il tacco del medesimo colore, alto, slanciava ancora di più la sua figura magra e tonica.

Le ricordava i vecchi tempi, quando lavorava al locale per stripper, il dolore lancinante che affrontava non appena tornava a casa e si toglieva quelle scarpe così alte ed eleganti.

Sapeva farci anche con il trucco, amava curare il viso ed il corpo, teneva alla sua figura.

In quel momento aveva applicato giusto un po' di fondotinta, quanto bastava per coprire le minime imperfezioni che aveva, i suoi occhi erano colorati di argento, proprio come il vestito, la loro forma veniva allungata da un filo di eyeliner simmetrico in entrambi gli occhi ed il mascara.

Concludeva il capolavoro con uno splendido rossetto rosso, opaco, che stonava appena con il colore dell'abito, delle scarpe e degli occhi, ma che le dava quel tocco di sicurezza in più per affrontare al meglio la serata.

Il vestito le stava meglio di quando lo aveva preso in negozio: non era affatto così appariscente e corto come le era sembrato, insomma, aveva visto di peggio al locale dove lavorava.

Aveva diciassette anni, si, ma chi diceva che non poteva indossare o truccarsi come voleva?

Per lei non esistevano standard di bellezza, ognuno si creava il suo.

Non appena capì di essere pronta, si spruzzò l'unico profumo femminile che era presente in quel bagno e che lei aveva acquistato, poi uscì, incontrando in modo immediato gli occhi di Jisung seduto sul letto, mentre guardava qualche notizia sul telefono, annoiato.

I suoi occhi brillarono, deglutì, sentendosi improvvisamente a disagio.

Sujin arrossì leggermente a quello sguardo intenso verso di lei.

Lui si alzò quando lei gli si fece vicina. La minore si fermò proprio a qualche centimetro da lui, alzò la testa e lo guardò.

"Sei davvero bellissima" sussurrò lui, con voce roca ed in modo sincero.

Lei, però, non gli rispose, era ancora arrabbiata ed offesa dalla chiacchierata origliata fra lui e Jaemin.

Jisung sospirò: non poteva controbattere.

Senza parlare, Sujin prese il papillon dalle mani del maggiore e glielo annodò attorno al collo.

Avrebbe voluto rispondergli, dirgli quanto anche lui fosse stupendo con quello smoking nero e la camicia bianca, ma il suo orgoglio glielo impediva.

Quando finì, fece per voltarsi ed andarsene, ma il biondo fu più svelto, afferrandole, non troppo violentemente, il polso.

"Sujin" la chiamò in un sussurro strozzato.

"Mi dispiace" disse. "Non so cosa hai sentito ieri, ma ero geloso" spiegò, lasciandole il polso libero.

Catturò la sua attenzione, quando, spontaneamente, si sbottonò la manica della camicia, svelando il marchio sul suo polso.

Sujin sgranò gli occhi: non era sorpresa per il simbolo, già lo conosceva, ma per la genuinità con cui lui le stava svelando il suo più grande segreto.

PRISONER [The ONEIRATAXIA series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora