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CAPITOLO QUARANTADUE
«Cosa? Io non la stavo fissando»』
"Forza andiamo!" Kun incitò il gruppo ad uscire dall'edificio. Erano tutti sorridenti e gioiosi, poiché era sabato, ovvero il loro unico giorno libero. Il leader avrebbe portato tutti i suoi membri fuori a cena.
"Manca Sujin" disse Hendery, facendo fermare il capo. Kun sollevò un sopracciglio, poi si voltò verso i ragazzi. Erano tutti vestiti elegantemente in smoking neri e camice bianche. "Dejun chiama tua sorella o faremo tardi" ordinò.
Il minore annuì, entrando nell'edificio, gridando il nome della ragazza diverse volte. Quando le speranze di trovarla sembravano essere finite, Sujin comparì davanti al fratello, spaventandolo leggermente. "Eccomi" disse con il respiro affannato: aveva sicuramente corso.
Dejun ammirò la figura della ragazza, ammagliato da quel suo sorriso pieno di felicità e lo splendido vestito nero, elegante, molto attillato, che metteva in mostra le perfette curve che il suo corpo assumeva. Rimase incantato fino a che lei non lo richiamò.
"Dejun?" disse con un sopracciglio inarcato. Il ragazzo scosse la testa, risvegliandosi dai suoi pensieri. "Non ti porti una giacca?" domandò, cercando di sviare l'imbarazzo.
Lei scosse la testa. "Credo che starò bene" concluse, prendendo sotto braccio il fratello, uscendo dall'edificio. Lucas si occupò di chiudere a chiave la porta. Sujin si sentì gli occhi dei ragazzi addosso, quindi arrossì, nascondendosi istintivamente dietro al corpo del fratello.
"Adesso che siamo al completo direi di avviarci!" esclamò Kun. Decisero di andare a piedi, poiché il tragitto era corto.
Winwin sganciò una gomitata abbastanza potente sul braccio di Hendery, risvegliandolo dai suoi pensieri. "Smetti di fissarla, ormai è marchiata, non hai chance, amico" borbottò in cinese, evitando di farsi capire dalla ragazza.
"Cosa? Io non la stavo fissando" esclamò il minore con gli occhi spalancati, evitando ancora di staccare gli occhi dalla figura della ragazza davanti a lei. "Almeno chiudi la bocca che ti entrano le mosche, coglione"
Ci fu qualche attimo di silenzio fra i due, poi il maggiore decise di parlare senza peli sulla lingua. "Ti piace non è così?" domandò cercando di rimanere serio anche se lo guardò con un ghigno. Ad Hendery scappo una risata timida.
"Anche se fosse? Non avrei mezza chance, è marchiata" in modo triste, il minore tornò a guardare davanti a sé, evitando gli occhi dell'amico per non lasciare una lacrima cadere. "Chi dice di no?" domandò Sicheng in modo retorico, spiazzando il moro.
"Fra voi due c'è del feeling, Hendery. Ho subito notato con che occhi la guardavi, già dal primo momento... Park Jisung l'ha marchiata solo perché non voleva perderla, Dejun ce lo ha raccontato. Se ti ricordi lui era nel corpo di Jaemin in quel momento, sa che cosa era accaduto"
"Tuttavia loro non sono niente. Vedi un anello al dito di Sujin? No. Lei ha solo un piccolo marchio, ma tu puoi sempre darle l'amore che si merita" parlò saggiamente.
"Un giorno finirò per non rispondere delle mie azioni, arriverà un'eclissi e questo capiterà. Se dovessi marchiarla, Jisung-" Hendery non fece in tempo a finire la frase che il maggiore lo interruppe, fermando i suoi passi, lasciando che il gruppo proseguisse.
"Morirà?" domandò concludendo per lui. "E allora? Credi che a me o a te o a qualcuno di questo gruppo eccetto Sujin importi qualcosa?" domandò, quasi con rabbia.
"Park Jisung è un sadico assassino che non attenderebbe un secondo per farti fuori, perciò metti su le palle e gioca al suo stesso gioco, Hendery. Prenditi ciò che ti appartiene e mandalo a fanculo. Fa vedere a quel ragazzino che puoi batterlo" spiegò puntandogli il dito sul petto.
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PRISONER [The ONEIRATAXIA series]
Fanfiction❁ཻུ۪۪A PARK JISUNG FANFICTION❁ཻུ۪۪ ❝non credo di averti detto che ho accettato la proposta di unirmi al tuo gruppetto❞ ❝allora credo proprio che dovrò ucciderti❞ Alla fine Jisung era pur sempre un leader, un demone nero. Provare dei sentimenti non...