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CAPITOLO VENTICINQUE
«Corri»

Il blackout aveva creato scalpore e paura fra gli ospiti. C'era molta confusione e Chenle faticava a correre per cercare i due amici.

Era una situazione che non avevano considerato nella lista degli imprevisti, perciò si trovavano così impreparati.

"Jun, non vedo niente, c'è troppa gente che spinge, non so dove andare!" esclamò il cinese fra le grida degli ospiti.

"Chenle, non perdere la calma, concentrati, so che hai paura" lo confortò il maggiore. Il demone bianco era terrorizzato: come Sujin, anche a lui il buio lo spaventava.

"N-Non posso" balbettò, con le lacrime agli occhi. Sentendo il fidanzato piangere, Renjun staccò il microfono e gridò frustrato, lasciando cadere le lacrime.

Aveva marchiato Chenle, percepiva ogni singolo dolore, ogni paura che lui aveva e questo lo fece piangere. Il minore era terrorizzato, Renjun sentiva ciò che provava. I suoi occhi si fecero rossi.

"R-Renjun, non perdere la calma-" balbettò Jeno: non aveva mai visto il maggiore così sofferente. "Devo andare a prenderlo o la sua paura lo mangerà vivo e morirà" ringhiò a denti stretti.

"Se uscirai la missione fallirà. Se ci sono veramente i vampiri, uccideranno tutti, perfino Sujin e Jisung. Non essere egoista Renjun, pensa a tutti loro. So che stai soffrendo, ma se andrai in quel locale c'è una possibilità in più che vi uccidano" gridò Jeno, saggiamente, provando a farlo calmare.

"Se entrerai lì dentro ti riconosceranno. I vampiri sono millenari, proprio come te, metterai in pericolo sia Chenle, che Jisung, che Sujin, perché Jaehyun ed il suo gruppo già sanno che sei un demone, ma non conoscono il nostro team. Sono forti, più di te e di qualsiasi altro demone, ti succhieranno via il sangue e quando leggeranno i tuoi pensieri, scopriranno di noi e di Chenle. Non fare mosse azzardate, Renjun, o ci farai uccidere tutti" spiegò con voce più moderata.

Gli occhi del cinese tornarono castani e lui pianse ancora.

"Esci, prendi una boccata d'aria, penserò io a loro, te lo prometto" sussurrò con la voce strozzata, guardandolo dritto negli occhi. Il cinese sospirò.

"Anche se Jaemin ha preferito dormire invece di stare qua con noi, riuscirò a farli tornare a casa tutti vivi, ma ho bisogno che tu ti calmi prima" dopo quelle parole di conforto, Renjun uscì dalla stanza per prendere una boccata d'aria, come gli era stato chiesto.

Jeno, quindi, accese nuovamente il microfono. "Chenle" lo chiamò, mentre sentiva i singhiozzi. "Ho bisogno che tu faccia una cosa per me" disse, ma il cinese negò subito.

"H-Ho paura, non ce la faccio- perché la luce non si riaccende!" esclamò terrorizzato.

"Chenle, ascolta la mia voce, segui solo quella" ordinò. "So che hai paura, ma devi trovare prima Jisung e Sujin, potrebbero essere in pericolo e le loro videocamere sono fuori uso" continuò.

"Le luci non si accenderanno. C'è stata una scarica di elettricità molto potente che ha distrutto il generatore, quindi, per adesso, siamo solo io e te"

Il cinese prese un respiro profondo, cercando di calmarsi: adesso il completamento della missione dipendeva solo ed esclusivamente da lui. "Ottimo, Chenle, vai benissimo" lo incoraggiò il maggiore.

"La tua microspia è dotata della visione notturna, quindi, visto che non puoi usare i tuoi poteri per vedere nel buio e farti riconoscere, sarò io a guidarti" spiegò ed il minore annuì, nonostante Jeno non avrebbe potuto vederlo.

PRISONER [The ONEIRATAXIA series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora