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CAPITOLO QUARANTATRÉ
«Cazzo, Bella è qua dentro!»』
"Cazzo" imprecò Sujin in modo silenzioso. La testa le girava molto, il cuore le batteva in modo molto veloce, il respiro era affannato. La diagnosi sarebbe stata sicuramente un'attacco di panico se non fosse stata un demone bianco.
Dejun seduto proprio di fianco a lei la sentì e partì subito sull'attenti. "Qualcosa non va?" domandò non sapendo dove mettere le mani.
Sujin si copriva gli occhi con entrambi le mani; ormai al tavolo era calato il silenzio e tutti erano preoccupati, tantoché avevano smesso di mangiare. "La pistola" borbottò lei. Il fratello però non capì.
"Mi serve la mia pistola!" gridò improvvisamente scoprendo gli occhi. Erano di colore azzurro elettrico. Dejun sobbalzò indietro quasi spaventato: somigliavano a quelli di alcuni vampiri. "C-Che ti prende?" domandò ancora. Non aveva mai visto il colore degli occhi della ragazza.
"Stanno arrivando, vogliono sia me che te, così arriveranno a nostro padre" mormorò abbastanza forte da essere sentita dagli altri. "S-Sujin" la chiamò Kun, anche lui spaventato. "Siamo armati, tutti noi, non ci faranno nulla"
"Non è quello il punto!" ringhiò lei, voltandosi verso il leader, facendolo sobbalzare come Dejun. Nessuno di loro aveva mai visto una colorazione delle iridi così diversa nei demoni. "Quella pistola l'abbiamo toccata tutti, l'ho mostrata a Jisung, come l'ho fatto con il resto del gruppo di ovest e a mio padre!"
"Non l'ho mai pulita perché è ancora completamente carica- là sopra ci sono tutte le loro impronte digitali, se i vampiri dovessero impossessarsene per loro sarebbe una passeggiata scovare l'Ovest ed ucciderli tutti!" gridò, poi tornò a guardare il fratello con occhi lucidi.
"So che siete nemici, ma in quell'edificio vive la nostra famiglia, fa uno sforzo per me, Dejun" lo pregò guardandolo negli occhi. Lui sospirò per un lungo secondo, poi parlò. "Dove pensi che siano?" domandò.
"Nella vostra casa. Sono diretti lì" disse con sicurezza.
"Sei un demone completo, Sujin, puoi prevedere gli eventi, ma se questa volta ti stessi sbagliando?" domandò il minore dei ragazzi, Yangyang, colui che la conosceva più approfonditamente di tutti, l'unico che già conosceva il colore dei suoi occhi.
Lei si alzò assieme al fratello, pronti ad andarsene, poi si voltò verso di lui. "Allora vorrei sbagliarmi" sussurrò senza rispondere completamente alla sua domanda.
Sujin e Dejun fecero in fretta ad uscire dal locale. Hendery, che nel frattempo era rimasto stupito dagli occhi della ragazza, sembrò risvegliarsi dai suoi pensieri. Si alzò dal tavolo in fretta, ma fu bloccato dalla mano di Sicheng accanto a lui.
"So quello che ti ho detto prima, Hendery" mormorò con voce bassa. "Ma non puoi andare lì. Se Sujin ha davvero ragione sui vampiri, allora in tre rischierete di morire tutti. Lascia fare a loro, tutto andrà bene" concluse saggiamente, facendo sedere il minore.
Adesso nessuno più parlava o toccava il cibo: avevano paura.
—
I due fratelli corsero verso l'abitazione il più velocemente possibile. Impiegarono poco tempo per arrivare alla destinazione, meno del previsto. Mancavano ancora diversi metri dall'ingresso eppure gli occhi di Dejun si colorarono di un rosso acceso.
Sujin lo percepì non appena la stretta sulla sua mano si intensificò, quindi fu costretta a voltarsi verso il fratello, notando la colorazione.
Lei si bloccò istintivamente. "Sei per caso stupido?! Vuoi farci ammazzare?!" quasi gridò, allontanandosi da lui. Il moro la guardò perplesso. "So che senti il loro odore, ma se ti metti sull'attacco, anche loro ti percepiranno e ci uccideranno ancor prima di entrare e prendere la pistola!"
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PRISONER [The ONEIRATAXIA series]
Fanfiction❁ཻུ۪۪A PARK JISUNG FANFICTION❁ཻུ۪۪ ❝non credo di averti detto che ho accettato la proposta di unirmi al tuo gruppetto❞ ❝allora credo proprio che dovrò ucciderti❞ Alla fine Jisung era pur sempre un leader, un demone nero. Provare dei sentimenti non...