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CAPITOLO CINQUANTATRÉ
«Kim Doyoung»

"Chenle!" le grida di Renjun echeggiarono in tutto il grande salotto. Era forte, stridulo, un esclamazione ricca di terrore, tantoché tutti i clan accorsero, in prima linea Jisung, Joy e Yangyang.

Il demone anziano teneva fra le braccia il corpo sanguinante e del fidanzato. Era confuso. "Che diavolo è successo, Renjun!" esclamò Jisung, anche lui, spaventato, nonostante non lo desse a notare.

"I-Io non lo so!" balbettò l'argentato, ancora con l'esile corpo fra le braccia. "Stavamo giocando a Twister, poi ha iniziato a fare smorfie di dolore e quando stavo per chiedergli che cosa avesse ho visto il sangue colare dalla sua schiena, poi è caduto a terra!"

Renjun parlava troppo velocemente, ma tutti avevano capito alla perfezione. "Stendetelo a terra, anche se è un demone una perdita esponenziale di sangue lo ucciderà" propose Joy, medico anche lei.

Il maggiore di tutti deglutì la paura, facendo ciò che la donna gli aveva ordinato, terribilmente spaventato dal poter perdere la sua anima gemella. Yangyang, proprio al fianco di Renjun, notò un particolare che riferì immediatamente.

"Fermi, è cosciente!" esclamò, facendo notare gli occhi aperti che si chiudevano per qualche attimo ogni tanto. Sotto gli occhi di tutti il demone bianco guardò Kun con occhi deboli, pronti a chiudersi completamente.

"Fa paura, ma ti prometto che finirà presto. Combatti Qian" sussurrò a denti stretti, guardando il leader di Nord nelle iridi. Parlava cinese, la sua lingua madre. Per questo. Non tutti capirono le sue parole. Renjun sì. "Che-che significa?!" Gridava, parlando la medesima lingua.

Ma Chenle aveva già perso i sensi. Era caduto nel buio. Così l'Argentario dai capelli bicolore si voltò verso Kun con occhi spalancati. "Perché ha detto quelle parole? Che cosa fa paura? Parla Kun, dannazione!"

"Che cosa diavolo vi state dicendo dannazione?!" esclamò Jisung, furioso e spaventato dall'idea di poter perdere un altro membro della squadra dopo Haechan. Ma nessuno gli rispose perché dopo qualche attimo la figura di Hendery si vaporizzò fra loro, con il corpo ancora privo di sensi di Sujin.

A quella vista Jisung sgranò gli occhi. "Che cosa le è successo?!" gridò.

"I-Io non lo so, eravamo fuori dal confine, nella radura. Ci siamo messi a spiare dei vampiri su un albero e quando siamo scesi lei è svenuta e non si è più risvegliata" spiegò, portandosi le mani fra i capelli, terrorizzato.

Era innamorato, eccome se lo era, e l'occhio sospettoso di Jisung lo notò, ma decise di non parlarne in quel momento.

Kun guardava quella scena spaventato, con i pugni stretti, come se volesse trattenersi dal  fare qualcosa. "So che sai cosa gli sta succedendo, ho già dovuto superare la morte di mia moglie, non lasciare che anche Chenle e mia figlia se ne vadano, ti supplico Kun" Renjun piangeva all'idea di perdere due dei suoi amori più grandi.

Ma il leader cinese aveva paura. Si sentiva egoista. E così tacque.

"Va bene, se non sarai tu ad aiutarmi, lo farò da solo" concluse determinato. Poggiò il corpo del fidanzato sul pavimento, poi si inginocchiò. "Che stai facendo?" domandò Yangyang, preoccupato per il più anziano.

"Gli leggerò la mente"

Yangyang sgranò gli occhi. "E' pericoloso, non sappiamo che cosa abbiano-"

"Non mi importa, voglio scoprirlo. Non lascerò che muoiano così" parlò. Si concentrò per attivare i suoi poteri, poi quando riaprì gli occhi non vedeva niente di diverso dalla realtà. Si trovavano in salotto, Sujin ora fra le braccia di Jisung, anche lei stesa per terra.

PRISONER [The ONEIRATAXIA series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora