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CAPITOLO SESSANTASETTE
«Perché i miei occhi sono rossi?»

Con qualche difficoltà Sujin aveva aiutato Jisung a scendere i piccoli gradini che scricchiolavano ad ogni movimento. La botola era stata facilmente richiusa dall'interno, quindi potevano temporaneamente considerarsi al sicuro, anche se fino ad un certo punto: il tappeto che copriva la porta era stato spostato e solo un cieco avrebbe potuto ignorare quel quadrato di legno in mezzo ad un pavimento in ceramica completamente bianco.

La stanza era buia, completamente, non che si immaginasse il contrario, tuttavia sperava in uno spiffero, un minimo raggio di luce proveniente dalla botola centenaria di legno; tutto blindato. Un sospiro tremolante lasciò le labbra della ragazza che si decise a fare il primo passo in avanti con il fidanzato appoggiato a lei con la maggior parte del suo peso, nonostante si stesse davvero impegnando a tenersi in piedi.

Jisung percepì la paura che la minore stava provando: Sujin non nascondeva di essere terrorizzata dal buio nonostante lo avesse superato durante la Selezione della Superluna dove Kun aveva perso la vita. "Dovrebbe esserci un interruttore qua- deve esserci!" sibilò, parlando fra sé e sé, cercando di non cedere alla paura, tuttavia il suo respiro era affannato. "Ehi" la richiamò lui, zoppicando qualche passo per riuscire a mettersi davanti a lei e ad abbracciarla.

"Respira.." le sussurrò amorevolmente, spostandole una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Nonostante ciò, il battito cardiaco ed il suo respiro non volevano proprio saperne di rallentare. "Va tutto bene, Sujin. Ci sono io con te, ascolta la mia voce"

Jisung decise di prenderle la mano, intersecando le dita, dandole quella scossa di sicurezza per riuscire a tranquillizzarla. "Nessuno ti farà nulla, non con me al tuo fianco" sussurrò baciandole la fronte.

Tuttavia Sujin percepì chiaramente la sua voce spezzarsi: Jisung aveva appena lasciato che una lacrima gli rigasse il volto. In un attimo la ragazza deglutì, concentrando i suoi sensi su qualsiasi cosa, trovando il battito cardiaco del fidanzato: accelerato, tremendamente veloce. Sujin percepì uno strano sapore aspro e metallico. Sangue, non il suo, ma quello di Jisung; l'inconfondibile gusto amaro della polvere viola, riconosciuto anche al forte odore.

Sujin rabbrividì: se aveva percepito quel sapore sulla lingua non voleva nemmeno immaginare dove il veleno si fosse espanso nel suo corpo. Sapeva che, una volta aperti gli occhi — nel momento in cui avrebbe usato la sua visione notturna — sarebbe rimasta scioccata dalla vista che avrebbe avuto davanti. Ma Jisung non sarebbe morto invano... non sarebbe morto affatto e tutto dipendeva da lei; perciò sapeva che doveva sbrigarsi, in quel momento più che mai.

Raccogliendo il suo autocontrollo in un profondo sospiro, la ragazza riuscì a schiarire i pensieri così da farle colorare gli occhi dell'azzurro elettrico significativo. Squadrò la stanza a destra e a sinistra utilizzando la sua visione notturna fino a che non scovò l'interruttore.

"Ce la fai a tenerti in piedi per un secondo?" gli domandò. Ancora non si era degnata di voltare lo sguardo su di lui, sapeva già che reazione avrebbe avuto. Jisung, deglutendo il dolore lancinante, annuì in un sussurro, allora Sujin si staccò per affrettarsi ad accendere la luce e tornare da lui.

Una fioca luce giallastra illuminò l'immensa stanza dalle pareti rosse scure come il sangue. Era piena di attrezzi inutili, documenti, scatole piene di libri ed ogni altro oggetto insignificante che Irene aveva conservato in quello che doveva essere lo sgabuzzino della squadra. Gli occhi di Sujin tornarono al colore naturale una volta che la luce si accese.

Era quasi difficile vedere qualcosa a causa della minima potenza dell'illuminazione ed il contrasto con le pareti scure, ma non passò affatto inosservato un elemento decorativo di marmo posto proprio al centro. Dovevano avvicinarsi, Sujin doveva scoprire cosa fosse, eppure ci mise più del previsto prima di decidersi ad affrontare la figura morente del fidanzato.

PRISONER [The ONEIRATAXIA series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora