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CAPITOLO CINQUANTA
«Allora lo farà Kun»

"Stai scherzando, vero?" disse Jisung con il sopracciglio inarcato, lo sguardo serio e le braccia incrociate al petto. Lui e Renjun si trovavano sempre nella stanza degli allenamenti ed il maggiore gli stava spiegando una delle sue scoperte con il sorriso.

"No, Jisung ti sto dicendo la verità!" esclamò l'argentato con l'accenno di un minimo broncio.

"Vorresti che io creda che mia figlia sia per metà argentato e per l'altra metà guardiano?"

"Che cosa c'è di strano?" chiese, alzando le spalle, non vedendo il motivo, l'assurdità. "Che cosa c'è di strano?! Renjun, non è possibile una cosa del genere, né io né Sujin siamo guardiani, è semplicemente assurdo!"

"Niente è impossibile, Jisung, non in questo mondo. Se io ho avuto il primo ibrido umano, allora puoi averne uno anche tu... in fondo stasera c'è la superluna"

Quelle parole lo fecero ragionare, ma non era ancora sicuro. "Provamelo allora, voglio vederlo con i miei occhi" ordinò. Renjun annuì, spiegandogli come avrebbero dovuto teletrasportarsi in camera di Kun, quindi, in un batter d'occhio arrivarono.

Insieme al leader del Nord c'era Chaerin, ed insieme stavano ridendo, mentre lei gli mostrava dei disegni che aveva fatto. Kun alzò subito lo sguardo alla vista del suo capo provvisorio, quindi si alzò dalla sedia.

La piccola bambina le quali sembianze estetiche erano identiche a quelle della mamma, ma con qualche somiglianza al papà, si voltò. Sul suo viso si formò un sorriso a trentadue denti quando vide Jisung. Gli corse incontro, gioiosa, mentre il moro si inginocchiava, pronto ad accoglierla fa le sue braccia.

La sollevò prendendola, successivamente, in braccio. "Posso esservi d'aiuto?" domandò Kun. Jisung non sapeva come rispondere, quindi fece tutto Renjun. "Forse"

Poi si rivolse verso il moro, suo capo. "Mi hai detto tempo fa che Jaemin ti era apparso nei pensieri quando ancora non era sveglio. Che ti aveva parlato di un simbolo che solo io avrei capito"

Jisung annuì. "Quel simbolo rosa, fluorescente, quello indica la presenza di un feto femminile, tuttavia, quello è il simbolo dei guardiani" spiegò, poi fece una breve pausa.

"I suoi capelli sono come i miei. per metà biondi e per l'altra metà neri, caratteristica che riguarda solo gli argentati poiché i guardiani non sono né demoni buoni né cattivi, il loro compito è solo quello di proteggersi e proteggere il libro del destino"

"Plausibile la prova che hai mostrato per la parte del demone argentato, ma per quanto riguarda il guardiano che è in lei? Un simbolo non mi basta, devo sapere di più, Renjun" il demone anziano capì la diffidenza del minore, perciò giocò la sua ultima carta.

"Mettila a terra ed attaccala" disse, facendogli sgranare gli occhi nonostante Jisung l'avesse già posata con i piedi per terra. "Prima che nascesse mi è stato consegnato il bracciale con l'ametista che le spetta, l'ho mostrato a Sujin il giorno della riunione. Non le succederà nulla, attiverà solo il suo meccanismo di difesa principale"

"Renjun, non posso farlo, è mia figlia, non si spaventerebbe nemmeno... i-io non me la sento" era plausibile, corretto. Non faceva una piega. Renjun annuì. "Allora lo farà Kun" ordinò, facendolo deglutire.

Tuttavia non obiettò, era pur sempre un ordine.

Jisung si teletrasporò rapidamente verso il cinese, afferrandolo per il colletto della maglietta, alzandolo in punta di piedi, mostrando le iridi rosse. "Falle del male ed io ti uccido, chiaro?" ringhiò in modo silenzioso.

PRISONER [The ONEIRATAXIA series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora