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CAPITOLO VENTISEI
«È impossibile, Chenle non è un demone!»

Improvvisamente il biondo sentì il suo telefono vibrare nella tasca dei suoi pantaloni, quindi lo prese.

Non si interessò affatto al mittente del messaggio, non era il momento, ma ghignò, tornando a guardare la minore sotto di lui.

"Tanti auguri, principessa" sorrise, mostrandole l'orario che indicava la mezzanotte passata.

Sujin era finalmente maggiorenne.

Lei ghignò, incrociando nuovamente le braccia attorno al collo del ragazzo, avvicinandolo alle sue labbra. "Allora festeggiamo" sussurrò, prima di chiudere la distanza.

Jisung tirò via il telefono, facendolo cadere sulla moquette.

Con qualche difficoltà, ma con mani abili, lui le sganciò il vestito, facendo scorrere la zip lungo tutta la schiena liscia della minore. Le tolse l'abito, lanciando, anche quello, altrove.

Fu ammagliato dalla vista di quel corpo quasi nudo, così tonico, così perfetto. Nel minor tempo possibile si sganciò la camicia e si liberò dei pantaloni. Erano così vulnerabili in quel momento.

"Sei sicura di volerlo fare?" domandò lui, per essere sicuro.

"Non che io abbia altra scelta ormai" ghignò, guadagnandosi un sorriso da parte del ragazzo, che coprì i loro corpi bollenti con le coperte.

Lui la privò dell'intimo che indossava, mentre le guance le si colorarono di rosa: non si era mai fatta vedere da nessuno così nuda e vulnerabile.

Anche lui si liberò dei boxer, non preoccupandosi di lanciarli fuori dal letto.

"Non ho un preservativo, ma tu non puoi rimanere incinta fino a che non ti avrò marchiato, non preoccuparti" la rassicurò lui, anche se l'idea le piaceva poco.

Le aprì le gambe quanto bastava per sistemarsi in mezzo, poi, con cautela, inserì il membro, poco alla volta.

Sujin sorrise quando si accorse che in realtà faceva meno male di quanto le avessero raccontato.

Jisung si mosse piano, attendendo che il suo organo si sarebbe adattato alle strette pareti della ragazza ormai non più vergine.

Quando entrambi non sopportarono più quel movimento lento, lui aumentò la velocità e la potenza delle spinte di poco a poco.

Amava vedere quella ragazza che gridava dal piacere che proprio lui le stava provocando, lo eccitava ancora di più.

Purtroppo quel rapporto durò poco: Jisung arrivò all'apice in pochi minuti e dalle grida della ragazza capì che lei aveva già raggiunto l'orgasmo.

Con le ultime lente, ma potenti, spinte, rilasciò il suo liquido spermatico all'interno della ragazza. Quando fu sicuro di essersi riversato completamente, si cadde accanto a lei, entrambi stanchi, mentre riprendevano fiato.

Passarono pochi minuti prima che decidessero di rivestirsi, ricordandosi di trovarsi ancora in missione.

"Chenle corri più veloce che puoi, non guardarti indietro, devi uscire da quel posto all'istante!" ordinò Jeno, gridando preoccupato. Ormai era chiaro che Jaehyun gli fosse alle spalle.

"Si può sapere che ti prende?" domandò Renjun. "Jaehyun lo ha percepito, ha riconosciuto il tuo odore" rispose il blu, con gli occhi sgranati.

"E' impossibile, Chenle non è un demone!" esclamò il fidanzato.

PRISONER [The ONEIRATAXIA series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora