『
CAPITOLO TRENTADUE
«Tu l'hai uccisa»』
I ragazzi entrarono nel capannone abbandonato. Era mattina, perciò la luce del sole illuminava quell'ampio spazio. Non appena varcarono la porta poterono notare come, proprio al lato opposto, lontani da loro, vi erano i corpi di Jaemin e Sujin seduti in modo composto sulla sedia.
Avevano il capo basso, erano sicuramente addormentati. "Sujin!" gridò Jisung con il cuore in gola, pronto a correre verso la ragazza. Renjun lo bloccò afferrandogli il polso. Il capo non ebbe bisogno di chiedere il perché poiché gli occhi dell'argentato parlavano chiaro.
"E' tutto troppo semplice..." mormorò Jeno, guardandosi attorno, intimorito da come tutto fosse andato tranquillamente. Parlò presto.
Renjun sospirò, storcendo il naso, poi inspirò profondamente, facendo diventare i suoi occhi di colore rosso sangue. Con due dita sfiorò il marchio sul polso, poi, nella mente, emise un sortilegio.
Una luce nera colpì i corpi dei due ragazzi, risvegliandoli. I tre accanto al demone sobbalzarono quando il maggiore illuminò la stanza.
Sgranarono tutti gli occhi quando dal corpo di Jaemin uscì un altro spirito che si trasformò presto in uomo concreto. Jeno si diete dell'idiota: avrebbe dovuto credergli quando gli aveva detto che c'era qualcuno dentro di lui.
"Xiao Dejun" sospirò Renjun in una risata amara. "Devo dire che hai fatto un'ottimo lavoro, da quanto eri in lui? Due mesi?" domandò retoricamente, aiutando la sua supposizione partendo dal giorno in cui Jaemin era cambiato.
"Oh, non è merito mio, Huang. Jeno ha fatto la parte più difficile" rise. Jisung si voltò verso l'assistente, confuso, sentendosi improvvisamente tradito. "Se loro due non avessero avuto una relazione segreta, allora non avrei mai potuto approfittare di Jaemin, distrutto dal fatto che Lee Jeno lo avesse piantato per paura di essere scoperto"
Un'ondata di sensi di colpa colpì il blu come uno schiaffo potente. Era per colpa sua se Xiaojun era dentro al corpo del suo amato, se non fosse stato egoista, allora non avrebbe terminato la loro lunga e perfetta storia.
Jisung, invece, si rilassò, capendo che, in realtà, il suo migliore amico non aveva fatto niente. Gli fece un sorriso apprensivo e Jeno deglutì felice che il suo capo fosse d'accordo con il suo orientamento sessuale.
"Lo sai, Renjun" disse il cinese con aria superiore, mentre passeggiava tranquillamente, testando la pazienza del maggiore.
"Non gli ho mentito quando l'ho adescato per convincerlo a farmi entrare nel suo corpo"
"Sognavo di riunire la mia famiglia" spiegò, vago. Renjun iniziò a sudare freddo, mentre Sujin aggrottò le sopracciglia, perplessa.
"Manca solo la mamma all'appello, non credi?" domandò, poi, retoricamente, lanciandogli pugnali con lo sguardo. "Tu l'hai uccisa" ringhiò a denti stretti. Quando la mente di Renjun iniziò a mostrargli memorie passate, così dolorose per lui, capì che Xiaojun, un Lacus, si stava impossessando dei suoi pensieri.
"Solo perché tu eri geloso che fosse andata con un altro" il minore continuò a lacerarlo dall'interno. Renjun strinse i denti. Gli altri si sentivano così impotenti: potevano ascoltare, ma non muoversi, nemmeno sbattere le palpebre, poiché il demone nero li aveva congelati sul posto con un sortilegio.
Chenle, che lentamente elaborava le parole del maggiore, iniziò a piangere lentamente.
"Come biasimarla, ti eri scopato un uomo" rise, testando i suoi limiti. Poi Renjun scoppiò.
STAI LEGGENDO
PRISONER [The ONEIRATAXIA series]
Fanfiction❁ཻུ۪۪A PARK JISUNG FANFICTION❁ཻུ۪۪ ❝non credo di averti detto che ho accettato la proposta di unirmi al tuo gruppetto❞ ❝allora credo proprio che dovrò ucciderti❞ Alla fine Jisung era pur sempre un leader, un demone nero. Provare dei sentimenti non...