『
CAPITOLO VENTISETTE
«Come fai a conoscermi?»』
I due ragazzi, Sujin compresa, rimasero sbigottiti, senza parole, incapaci di formare una risposta.
"Che significa?" ringhiò Jisung.
L'uomo non rispose, ma si alzò dal letto, avvicinandosi ai due demoni: odorò prima Chenle, poi passò al biondo. Ghignò.
"Park Jisung" sghignazzò. "Credevo di avervi ucciso tutti ormai"
Il capo dell'Est deglutì, mentre Sujin lo guardava con occhi perplessi. "Come fai a conoscermi?" domandò in modo meschino.
"Il tuo odore..." cominciò, fingendo di pensare. "Puzza" sputò, guardandolo dritto negli occhi.
"Proprio come quello di tuo padre"
Rise un po', poi sospirò, rivolgendo il suo sguardo al cinese. "Tu" ringhiò, facendolo sobbalzare.
"Siete fratelli?" domandò, riferendosi alla ragazza. Chenle, però, scosse la testa.
"Allora perché avete l'odore identico a quello di quel demone argentato?" chiese nuovamente. "Io non lo so" ringhiò il cinese a denti stretti.
Lo sconosciuto sorrise, sghembo, poi portò l'indice, con l'artiglio affilato, sotto la gola del cinese, facendogli sollevare la testa verso l'alto.
Senza ferirlo, si allontanò dai due, dirigendosi con passo lento verso la ragazza in ginocchioni. "Risposta sbagliata, ragazzino" sussurrò abbastanza forte da essere sentito.
Si soffermò a guardare dritto negli occhi la mora sotto di lui, poi si inginocchiò, comparando le altezze.
Le sfiorò il collo, poi, con un gesto rapido, taglio la carne non troppo in profondità da ucciderla, ma quanto bastava per farla sanguinare.
Sujin mugolò per il dolore improvviso.
L'uomo guardò ammagliato la goccia di quel liquido rosso come i suoi occhi che scorreva lentamente lungo il suo indice, prima di portarlo vicino alla bocca e leccarlo via.
Rimase estasiato dal suo sapore così leggero. "C'è una differenza fra te e Renjun, dolcezza" sussurrò con voce roca, mentre le spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Il tuo sangue... è così dolce. E' quello che cercavo" sussurrò, spaventandola, successivamente si alzò in piedi.
"Se non avessi quelle fauci, probabilmente ti avrei riempito la bocca con il mio cazzo" disse, facendole un occhiolino.
Jisung fu pronto a saltargli addosso ed il vampiro lo capì, nonostante di trovasse di spalle al biondo. "Sta calmo Park, non toccherò il tuo zuccherino" sbuffò, scocciato.
"Puzza pur sempre di quell'argentato, le avrei già succhiato via ogni singola goccia di sangue se non avesse avuto il suo odore" mormorò con voce bassa.
"Comunque sia!" esclamò improvvisamente pieno di gioia.
"Al piano terra ci sono molti pasti squisiti, quindi il mio tempo qua è scaduto" disse, lasciando tutti perplessi.
"Jaehyun, uccidila" ordinò, facendo ghignare l'altro uomo. "Con piacere, capo" sussurrò.
"Le tue ultime parole, dolcezza?" domandò con un sorrise divertito sul volto.
Lei guardò Chenle, facendogli capire che aveva sentito le parole che aveva detto a Jisung, quindi di procedere con il piano.
"Chiudete gli occhi" ordinò con voce ferma, prima di illuminare la stanza con una luce bianca, accecante.
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PRISONER [The ONEIRATAXIA series]
Fanfiction❁ཻུ۪۪A PARK JISUNG FANFICTION❁ཻུ۪۪ ❝non credo di averti detto che ho accettato la proposta di unirmi al tuo gruppetto❞ ❝allora credo proprio che dovrò ucciderti❞ Alla fine Jisung era pur sempre un leader, un demone nero. Provare dei sentimenti non...