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CAPITOLO VENTIQUATTRO
«Tequila»

I tre, una volta entrati dentro, si erano divisi: Chenle era andato per conto suo, mentre la copertura dei due finti fidanzati, Sujin e Jisung, non sarebbe dovuta saltare, quindi erano insieme.

La coppia si era diretta subito alla zona bar e avevano preso posto ad un tavolo. Le luci erano basse.

"Diamine, Sujin attiri così tante attenzioni" constatò lui, notando come diversi ragazzi, ma anche donne, la osservavano. Lei arrossì.

Un uomo in particolare li guardava attentamente da lontano con un bicchiere di liquore color bronzo, fra le mani.

"Quindi che si fa ora..?" domandò il capo, quasi annoiato.

"Aspettiamo e proviamo a divertirci" rispose lei con nonchalance mentre leggeva il menù degli alcolici.

Quando ebbe deciso, si voltò verso il bancone ed alzò un braccio, invitando uno dei camerieri ad avvicinarsi.

"Wo, wo, Sujin, non puoi bere, hai ancora diciassette anni" la rimproverò lui. Lei scrollò le spalle.

"Non sei mio padre ed il mio compleanno è domani" sbuffò, ma non abbassò il braccio. "E allora? Sei ancora minorenne" ribatté.

"Allora festeggerò in anticipo" controbatté lei, zittendolo. Poi Sujin sbuffò, poggiando la schiena alla sedia.

"Diamine, ragazzi, se avessi saputo che Jisung era così rompipalle, avrei scelto di fare coppia con Chenle" borbottò, facendo ridere i ragazzi che potevano sentirla.

"Sono gay, Sujin, la farsa non avrebbe retto, sono troppo evidente" sorrise il cinese che camminava per i diversi corridoi del locale.

"Touché" sussurrò la ragazza che abbassò il braccio non appena vide un cameriere approcciare il loro tavolo. Jisung non ebbe il tempo di dire più nulla per difendersi, poiché l'uomo arrivò svelto al tavolo a prendere le ordinazioni.

"Cosa vi porto?" domandò gentilmente, con un sorriso, osservando ammagliato la ragazzina.

Il biondo non amò quegli sguardi, quindi parlò attirando l'attenzione dell'altro uomo. "Tequila" disse monotono.

"Credevo fossi più un tipo da vodka" constatò la ragazza sorridendo. "Per me un Margarita" domandò e l'uomo si allontanò per preparare le ordinazioni che arrivarono al tavolo qualche minuto dopo.

"Qualche notizia di Xiaojun?" domandò Renjun al microfono.

"Negativo" sia Chenle che Sujin risposero.

"Cazzo non ho messo bene l'auricolare, mi sta cadendo" sospirò lei. Jisung parlò prima che la ragazza potesse sistemarlo.

"Dietro di me c'è un uomo che ci sta fissando molto attentamente, non fare cazzate e vai in bagno a metterlo apposto" ordinò in un sussurro.

Sujin guardò con la coda dell'occhio dietro al maggiore e notò che, effettivamente, un ragazzo con la mascherina sul volto, li osservava.

Trovò insolito l'oggetto coprente che aveva sul volto, soprattutto perché si trovavano in un luogo chiuso e con una mascherina non avrebbe respirato bene per il caldo che c'era là dentro.

"Come hai fatto a vederlo?" domandò lei, stupita. "Mi sottovaluti, Bae, ti ricordo che ho anni di esperienza, ho occhi dappertutto" mormorò al suo orecchio in modo accattivante.

La sua voce roca, il suo fiato caldo che colpiva il collo le lanciò una scia di brividi sulla schiena. Jisung ghignò, soddisfatto da quella reazione.

PRISONER [The ONEIRATAXIA series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora