Capitolo 5

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Non mi svegliavo così presto da tantissimo. Devo prendere il primo treno e parte alle cinque e mezza, arriverò abbastanza in anticipo ma è l'unico treno che mi permette di arrivare prima dell'orario stabilito.
In treno cerco di dormire un po', sono ancora stanca, ma non mi preoccupo della fermata: devo scendere al capolinea. Fortunatamente mi sveglio qualche attimo prima, scendo dalla carrozza appena le porte si aprono e mi guardò attorno. Tutti i negozi sono ancora chiusi, cosa posso fare?
In lontananza vedo le luci di un bar già accese, una seconda colazione è la cosa migliore che mi viene in mente. Vado al bar e il ragazzo che stava sistemando il bancone con le sue quattro braccia mi fa accomodare. Ha un quirk simile a quello di Shoji, il mio compagno di classe. Per lui deve essere molto comodo lavorando in un bar. Sistema un paio di cose e viene da me, sembra rallegrato quando sente "solo un cappuccino e una brioche", chissà quante richieste strane gli fanno ogni giorno. Mi serve subito, la brioche emana un profumo buonissimo che assieme all'odore di caffè appena macinato del bar mi mettono di buon umore. La brioche è ancora calda, deve essere stata appena sfornata, e la crema ancora bollente mi scalda dal freddo che sta venendo in questi giorni.
Appena finito mi alzo, porto il piattino e la tazza al bancone per evitare al barista di fare avanti e indietro. Con due delle sue braccia sposta le stoviglie dal bancone, mentre con le altre due mi fa lo scontrino. Pago ed esco dal locale salutando. Bene, mancano ancora 20 minuti. Cosa potrei fare? Tanto vale aspettare sotto l'agenzia. Mi stringo nella felpa imbottita e cammino tranquillamente lungo il viale enorme. Non c'è praticamente nessuno per strada, solamente un paio di persone tra cui un tizio piuttosto strano. Parla da solo e sembra balbettare qualcosa. Ha sei punti in mezzo alla fronte, come se si fosse fatto una bella ferita, e ad un certo punto inizia a dare di matto. Si accovaccia a terra e si tiene la testa ansimando, devo aiutarlo. Attraverso la strada velocemente e vado da lui.

«Ehi, ti serve una mano? Qual è il problema?»

Lui ansima e mi guarda con gli occhi lucidi mentre si tira i capelli. «La mia testa, sta per esplodere! Sento che sta per separarsi!»

Non so minimamente cosa voglia dire, ma sembra davvero che stia male. Mi tolgo la felpa e gliela metto addosso, alzandogli poi il cappuccio sulla testa.

«Ehi, va tutto bene. Respira.» cerco di coprirgli la testa come meglio posso avvolgendogli le braccia attorno e stringendolo a me. «Non sta succedendo nulla. È tutto ok.»

Lui sembra calmarsi lentamente mentre appoggia la fronte sulla mia spalla. «G-Grazie.»

Sorrido lasciandolo lentamente. «Puoi tenere la mia felpa, se ti fa stare meglio...ma cerca qualcuno che possa aiutarti seriamente. Stavi per avere un attacco di panico, prima.»

Annuisce stringendosi nella mia felpa, ovviamente oversize, quindi gli va anche bene. «Si, grazie ancora. Ho qualcuno che mi aiuta...pensavo di farcela ad uscire da solo per poco. Devo solo prendere delle brioches.»

«Va bene. Per ora hai la mia felpa, prendi le brioche e torna a casa il prima possibile. Non uscire da solo se sai che puoi avere questi...problemi. Va bene?» gli sorriso e lui fa lo stesso, annuendo piano. «Bene.» mi alzo e lo aiuto a tirarsi su. «Vuoi che ti accompagni a prendere le brioches?»

Scuote la testa chiude la felpa fino in cima. «Ce la faccio.» mi guarda qualche attimo pensando a qualcosa. «Come ti chiami?»

«Sakura. Sto facendo il tirocinio nell'agenzia dell'eroe Mirko, se ti serve una mano in questi giorni sarò nei paraggi.»

Lui sembra più sollevato. «Io sono Jin, grazie per avermi aiutato. Ora siamo amici no?»

Non riesco a trattenere una risatina. È così dolce. «Si, ora siamo amici. Tieni la mia felpa finché ti servirà, Jin. Me la ridarai un giorno.»

at the end he dies || DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora