Capitolo 7

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La settimana del tirocinio è finita, sono quasi le sei dell'ultimo giorno. Ho cercato di imparare da Mirko più cose possibili e credo di aver fatto enormi passi avanti. Mi ha aiutato con il controllo esterno del sangue, ovviamente non cose troppo complicate perché vorrei evitare di tagliarmi come l'altro giorno, ma comunque ho fatto progressi.
Raccolgo tutte le cose che ho lasciato in giro e le metto nella mia valigia. Rumi ha chiesto all'azienda che produce i suoi costumi di farne uno simile anche per me, in modo che sia di ottima qualità e con tutti gli accessori che abbiamo aggiunto. Sarà pronto tra qualche settimana.

«Beh...è stato un piacere, Sakura.» ammette lei accompagnandomi alla stazione. Oggi abbiamo finito un po' prima e ha deciso di accompagnarmi.

«Figurati, è stato un piacere per me!» esclamo in risposta. «Ho imparato moltissime cose grazie a te, ho perfezionato la mia tecnica e sistemato il mio costume. Grazie mille, davvero.»

«Ehi non farti problemi. Mi stai simpatica, faccio di tutto per le persone che mi stanno simpatiche.»

Ci fermiamo davanti ai tornelli della stazione. Appoggio la valigia a terra e la abbraccio forte. Anche se solo per una settimana, è serata davvero gentile con me e ha fatto di tutto per aiutarmi.

«Spero di poter tornare presto a lavorare da te.»

«Oh sakura, io sarei molto felice se scegliessi di tornare qui, sai?» mi stritola nelle sue possenti braccia e mi bacia sulla testa. «Mi dispiace quasi lasciarti andare. Mi sono divertita molto con te.»

«Divertita?»

«Certo! Il mio non è un lavoro.» confessa lei lasciando la presa su di me. «Il mio è divertimento. Amo quello che faccio, non mi annoio mai. Spero che anche per te sia stato lo stesso.»

Annuisco velocemente. «Si, mi sono divertita molto...nonostante le varie batoste.» rido appena ripensando a Dabi, Gigantomachia oppure i piccoli criminali che mi hanno dato una bella ribaltata durante la settimana.

La mia risata contagia anche lei. «Menomale.» guarda l'ora e poi torna a guardare me. «Ora vai o perderai il treno.»

La abbraccio un'ultima volta, prendo la mia valigia e poi attraverso i tornelli velocemente. Vado al mio treno e riesco a prenderlo appena in tempo. Come al solito, le carrozze sono praticamente vuote, nella mia non c'è proprio nessuno. Meglio per me, no? Posso rilassarmi senza problemi.
Mi siedo su un sedile a caso e poggio la valigia accanto a me, sbadigliando.

«Mio dio che sonno.» borbotto tra me e me. Una stanchezza improvvisa mi ha colpita dritta in faccia. «Non vedo l'ora di arrivare a casa.»

Appoggio la testa al vetro mentre i miei occhi cercano di stare aperti. Poco dopo le luci si spengono, credo non ci sia più scelta. Chiudo gli occhi e crollo nel mondo dei sogni, o almeno così spero. In realtà mi ritrovo in un altro sogno lucido. Stavolta è diverso: ho la sensazione che non sia come i soliti, ma penso di avere il controllo qui dentro. Come sempre mi trovo davanti ad una finestra. Il mio riflesso in una finestra è la prima cosa che vedo. Davanti a me c'è una piccola casetta in sassi e legno. Dall'aspetto un po' trasandato posso dedurre sia disabitata da anni. Faccio il giro della struttura, la porta in legno è ricoperta di muschio, come del resto tutto il legno che vedo attorno. Sono in una fittissima foresta, ma la cosa non mi sorprende. Spingo il pesante portone, all'interno non c'è molto. Qualche mobile un po' rovinato e pochi oggetti quotidiani: pentole, bicchieri, candele, ma soprattutto ci sono tantissima ragnatele...che schifo. Sul tavolo della cucina, però, c'è una cloche. È l'unica cosa pulita e brillante all'interno della piccola casetta. Mi siedo a tavola spolverando la sedia e poi guardo il coperchio scintillante, nel riflesso c'è la mia faccia distorta dalla curvatura del metallo e...due occhi blu che brillano nel buio. Sussulto alzandomi di scatto, quegli occhi non sono facili da dimenticare.

at the end he dies || DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora