Capitolo 14

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Dabi si alza di scatto, come se non avesse bevuto un litro e mezzo di alcol, poi guarda me.

«Sbrighiamoci, dobbiamo andare.»

Abbandoniamo le bottiglie ma teniamo le lanterne anche se sono un po' ingombranti, d'altronde senza vedremmo ben poco. Mentre corriamo sento l'alcol nelle mie vene che inizia a fare il suo effetto, la mia vista si offusca leggermente e il mio equilibrio perde un po' di efficacia. Passiamo sotto alla serranda e corriamo in mezzo al centro commerciale, tornando allo spogliatoio. In lontananza vedo le torce della polizia. Possibile che dobbiamo trovarci sempre all'ultimo a scappare?! Tiro su il cappuccio e indosso la maschera, pronta a qualsiasi evenienza, e cerco di fare meno rumore possibile con i tacchi. Entriamo nella stanza iniziando a riprendere fiato, le voci dei poliziotti si avvicinano. Dabi si guarda attorno spegnendo le lanterne, le posa in un angolo e poi guarda me.

«Dobbiamo nasconderci.» sussurra portandomi sul fondo dello spogliatoio dove ci sono degli armadietti un po' nascosti. «Kurogiri non può ancora farci uscire, ci nasconderemo qui.»

Apre uno degli armadietti e mi guarda. Lo guardo confuso, senza capire. Si, l'alcol mi sta già rincoglionendo.

«Devi entrare qui, idiota!»

Che? In effetti questi armadietto è un po' più grande degli altri, volendo ci staremmo anche in due ma stare così stretta a lui non è esattamente nei miei piani. L'ultima volta ha dovuto buttarmi giù da un palazzo.

«Sbrigati!» sbotta lui.

Alza un po' troppo la voce, oltre la porta dello spogliatoio si sente un agente affermare di aver sentito qualcosa provenire da qui, merda. Mi infilo nell'armadietto, Dabi mi guarda come se nemmeno lui volesse starmi così appiccicato, solo che non abbiamo molta scelta. Lo afferro per la maglia e lo tiro nell'armadietto, chiudendo l'anta proprio nel momento in cui entrano i poliziotti. Sento che parlano a bassa voce, ma il battito del cuore di Dabi è più forte. Cerchiamo di sistemarci senza fare rumore, ma la cosa è complicata. Siamo appoggiati entrambi alle pareti laterali dell'armadietto ma è abbastanza stretto: siamo uno schiacciato contro l'altro, le nostre ginocchia sono alternate una all'altra e la mia testa è praticamente attaccata al suo petto.

«Fermi.» la voce di uno dei poliziotti mi fa sussultare, sembra troppo vicina. «Queste candele sono ancora calde, non possono essere scappati. Cercate ovunque.»

Dabi mi mette le mani sui fianchi spostandomi leggermente in modo da stare più comodi, cosa che in realtà non funziona. Inizio ad ansimare appena, si per l'ansia e la paura di essere scoperti, ma la maschera mi fa venire caldo. Dabi lo nota subito: la abbassa lentamente e con la mano libera mi fa segno di stare in silenzio.
Ora che sono così vicina a lui, anche se al buio, riesco a osservarlo meglio. I suoi occhi azzurri sono di una bellezza incredibile, i piercing sul naso sembravano tre pallini neri, invece scopro che hanno delle piccole pietre nere sopra. Appoggio piano una mano sulla sua spalla incantata dai suoi occhi che guardano fuori dall'armadietto, attraverso le piccole fessure dell'anta. Sakura, cosa cazzo stai facendo? Torno con i piedi per terra quando Dabi mi stringe i fianchi, sente dei passi proprio fuori dal nostro nascondiglio. Cerco di sistemarmi, ma noto solo in quel momento che un pezzo di mantello è incastrato nell'anta. Merda, si vedrà da fuori! Stringo la maglia a Dabi mentre vedo un'ombra fermarsi proprio qui fuori, lui mi mette un braccio attorno ai fianchi e prepara una mano all'attacco, l'anta si apre lentamente ma davanti ci troviamo Hawks. Appena ci vede spalanca gli occhi e apre leggermente le ali, come a farci da scudo per non lasciare che gli altri poliziotti ci vedano. Approfitto del fatto che abbia aperto l'anta per tirare dentro il mantello. Lui ci guarda un attimo, poi mi tira su la maschera e richiude l'armadietto.

«Non c'è nulla, devono essere usciti da lì.» esclama Hawks.

Da lì dove? Cerco di sbirciare fuori con l'unico risultato di appiccicarmi ancora di più a Dabi. Il suo cuore batte all'impazzata, come anche il mio d'altronde. L'adrenalina che abbiamo in corpo ha già bruciato tutti gli effetti dell'alcol, entrambi sembriamo lucidi come non mai, e appena i poliziotti escono dalla stanza prendiamo un sospiro di sollievo. Apriamo l'armadietto e usciamo, cercando di farci aria dopo la temperatura violenta del nascondiglio.

at the end he dies || DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora