Capitolo 67

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Il rumore dell'enorme portellone che si apre mi sveglia di scatto. Mi metto seduta sussultando sulla piccola e fredda branda che c'è in questa cella. Fortunatamente non siamo al Tartaro, che è già stato completamente ricostruito, ma il livello di sicurezza di queste celle è molto simile. La stanza si riscalda in un attimo, la mia vista mette a fuoco solo dopo un po' Endeavor fermo sulla porta che mi fissa a braccia incrociate.

«Ti sei data una calmata?» pane e veleno a colazione? Dalla sua bocca esce solo acido. «Non è un asilo questo.»

Mi stringo su me stessa tremando appena, sono qui da ormai una settimana e sto patendo un freddo incredibile. Lancio un'occhiataccia all'uomo coprendomi con la piccola coperta che mi hanno dato.

«Non voglio parlare con te.» borbotto tremando dal freddo. «Voglio Hawks.»

«Hawks è in ospedale al momento, per colpa tua.» bugiardo.

È già passato a trovarmi, ma farò credere a quest'idiota che non so la verità. Stringo forte al petto la piuma che Hawks mi ha lasciato l'altro giorno quando è passato e sembra quasi farmi più caldo, nonostante sia solo una sensazione.

«Andiamo Sakura.» il gigante cerca di attirare di nuovo la mia attenzione. «È inutile ribellarsi ora, devi dirci tutto quello che avevate in programma.»

Nascondo il naso sotto alle coperte senza guardarlo. Hawks ti prego aiutami.

Non sentendo risposta, l'uomo sospira. «Hai letteralmente le spalle al muro, smettila di fare la bambina. Non c'è più via di fuga.»

Stringo più forte la piuma tra le mani, trattenendo il mio istinto di tagliarmi e uccidere quell'uomo, ma lui continua ad aumentare questa voglia.

«Finirai per farti uccidere così.»

L'arroganza, l'acidità e la sfacciataggine con cui mi ha detto questa frase mi fanno ribollire il sangue. Stringo la piuma usandola come antistress, la sfrego tra le mani cercando di calmarmi, ma sembra tutto inutile: mi giro verso l'uomo mettendo giù i piedi dalla branda e mi alzo, pronta a fargli chiudere quella bocca.
Io ti ucciderò.

«Ehi ragazzi!» la voce di Hawks arriva da dietro il gigante. Sposta l'uomo per entrare nella cella, ha il fiatone e sembra...in pigiama. «Come va? Tutto bene?»

Endeavor lo guarda confuso. «Che ci fai tu qui?»

«Io, ehm...» guarda lui, poi guarda me mezzo secondo e torna a guardare lui, appoggiandosi alla parete con un braccio. La sua risatina è nervosa mentre agita appena le ali. «Volevo sapere come stavi.»

Mi rendo conto solo ora che sto ancora stringendo la sua piuma. Allento la presa e lui sembra rilassarsi. È davvero così sensibile con le piume? I due eroi si perdono a parlare, poi Endeavor esce dalla cella, convinto dal pennuto. Appena è abbastanza lontano, Hawks sospira rilassandosi completamente.

«Scusa.» borbotto io.

Allungo la piuma verso di lui per ridargliela, ma lui scuote la testa.

«Tienila, basta che...non la strapazzi come hai fatto prima. Sai, mi stavo vestendo per venire qui, non sapevo avessi così tanta voglia di vedermi.» ride appena scuotendo ancora le ali. Mi unisco alla sua risata rimettendo la piuma nella tasca della felpa mentre lui riprende a parlare. «Ho avuto il permesso per tirarti fuori da qui, ma dovrai stare al dormitorio della scuola, sorvegliata.» annuisco di nuovo mentre lui mi porge una giacca. «Ho già fatto portare li tutte le tue cose, adesso usciamo da qui.»

Mi infilo velocemente la giacca iniziando subito a scaldarmi, poi esco con lui. Ritiriamo tutti i miei oggetti personali e andiamo fuori aspettando sul ciglio della strada. Poco prima di uscire, Hawks mi mette il cappuccio sulla testa e capisco solo dopo perché: appena usciamo mi fa da scudo dai giornalisti coprendomi con le sue grandi ali, notando che sono guarite completamente. I media avranno scoperto la mia identità? Se mi sta coprendo non penso.
Poco dopo un'auto si ferma davanti a noi e Hawks mi apre la portiera: Aizawa, al suo interno, guarda la strada.

at the end he dies || DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora