Capitolo 41

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Senza che io possa fare nulla per oppormi, Dabi inizia a correre. Si precipita verso le scale tenendomi stretta sulle sue spalle. Per evitare di incontrare altri compagni in ascensore abbiamo scelto di scendere a piedi con Bakugo e Shoto, ma fortunatamente, prima di essere interrotti, siamo riusciti ad arrivare al primo piano. Scende l'ultima rampa di scale senza lasciarmi e corre attraverso l'atrio stranamente vuoto, forse per l'ora. Non li vedo ne sento, ma sono sicura che gli altri tre ci stiano seguendo. Poco dopo davanti al villain si apre un portale, Kurogiri arriva sempre nel momento giusto, ma io volevo salutare il professore. Proprio poco prima di entrare nel portale, eccoli che arrivano dalla rampa di scale. L'uomo mi guarda qualche secondo, si assicura che io stia bene e poi sul suo viso compare il sorriso più bello che gli abbia mai visto fare. Ha capito che Dabi non mi farà del male ed è più tranquillo ora, ma la nuvola di fumo che attraversiamo mi riporta con i piedi per terra: una volta dall'altra parte siamo di nuovo all'Unione, più precisamente davanti al bar di Kurogiri. Dabi ha il fiatone, mi mette giù e mi lancia un'occhiataccia incredibile. L'uomo dietro al banco, però, si mette in mezzo.

«Scusate per avervi portati li.» Kurogiri professionale come sempre. «Ero sicuro che non sarebbero venuti a cercavi proprio nel luogo da cui Sakura è scappata, vi ho recuperati appena ho potuto.»

Dabi non ha ascoltato mezza parola. Annuisce velocemente come se avesse altro per la testa e mi prende per un polso. «Grazie Kurogiri, a dopo.» sono sicura che non abbia sentito perché altimetri avrebbe riempito l'uomo di insulti.

Mi trascina in appartamento senza mai allentare la presa facendomi quasi male, appena siamo dentro chiude la chiave e mi lascia.

«Che cazzo ti è passato per la testa?!» sbotta lui. Una scarica di adrenalina incredibile sta travolgendo entrambi, penso potremmo urlarci contro per giorni. «Hai fatto il cazziatone a me l'ultima volta quando mi sono presentato al dormitorio, ma tu ti sei buttata comunque senza pensare!»

«Che c'è?! Volevo solo fargli sapere che stavo bene!» il mio tono di voce si alza assieme al suo.

«Potevi lasciargli un bigliettino, un cesto di formaggi e affettati come regalo.» il suo tono di voce diventa un po' più aggressivo. Perché questa cosa sta iniziando a piacermi? «Un qualsiasi cosa, ma non puoi buttarti così davanti a lui! Lo capisci vero?» si avvicina a me costringendomi a fare qualche passo indietro.

«Certo che lo capisco, ma volevo solo dirgli "sto bene", non scappare con lui in un altro stato!» nonostante io sia sicura di quello che dico, non riesco a smettere di indietreggiare, l'aura di Dabi in questo momento è imponente, più grande addirittura del suo ego.

«Oh ma ricordiamoci anche di come stavi per dire a Shoto che sono suo fratello.» stavolta non urla, non vuole farsi sentire dagli altri. In compenso però la sua voce diventa più profonda. «Volevi scatenare un bel casino, mh?»

«Dovrete fare pace prima o poi!» sbotto io.

La sua faccia si avvicina di più alla mia, dalle sue labbra esce solo un ringhio. «E se non volessi?» mette le mani accanto alla mia testa e si piega per compensare la differenza di altezza. I suoi occhi sono diritti davanti ai miei, le bellissime cicatrici che scorrono sul suo volto attirano la mia attenzione, ma la sua voce con un tono sempre più basso esce aggressiva e sexy dalle sue labbra, facendomi tornare concentrata sul discorso. «Cosa faresti, piccola tigre?»

Non posso resistere, non avendolo così davanti a me. Quando mi chiama tigre o gattino sento le farfalle nello stomaco ogni singola volta e l'adrenalina nel sangue non fa altro che peggiorare le cose. Fanculo la litigata, fanculo Shoto, fanculo Aizawa. Metto le mani sulle guance del ragazzo e tiro a me il suo volto, baciandolo con foga, quasi come se avessi fretta. In effetti il mio corpo mi sta mandando segnali da un po' di tempo, i miei ormoni sono impazziti ancora quando ci siamo messi sul letto in dormitorio: già li ero persa, ma ora...peggio.
Dabi non si lamenta, ci mancherebbe anche. Prima che possa tirarsi indietro gli tolgo la giacca velocemente, lanciandola su un mobile al mio fianco. Lui in risposta afferra le mie cosce e mi prende in braccio.

at the end he dies || DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora