Capitolo 38

1K 76 114
                                    

Dabi si lamenta ogni tanto mentre gli sistemo le cicatrici, chiudendo alcune altre ferite. Fa qualche smorfia e geme di dolore ogni tanto, ma tra tutti è quello che si è dimenato di meno.

«Allora?!» sbotta lui ormai al limite della sua pazienza. «Ne hai ancora per molto?»

«Sta calmo e lo vedrai.» mi manca solo l'ultima. Disinfetto il tutto e cerco di chiuderla come posso, i piercing faranno il loro lavoro.

Sospiro asciugandomi la fronte con il palmo, poi tolgo i guanti e li metto da parte. Appena vede che mi alzo mi fissa, mi osserva da testa a piedi e fa una smorfia contrariata...forse un po' imbarazzata? Passa una mano sull'ultima cicatrice, raccogliendo un po' di sangue, poi mette la sua mano sulla mia prima che possa toglierla. Il suo sangue a contatto con me sembra un treno dritto in faccia. Il dolore dell'altra volta, la paura, la rabbia, tornano tutte assieme, ma stavolta c'è dell'altro. Il ragazzo non mi guarda, ma mi lascia esplorare le sue emozioni senza problemi. È dispiaciuto. Vuole chiedermi scusa? Credo dovrò farmi bastare questo, lui non aggiunge nulla.

«Grazie.» è l'unica cosa che esce dalle sue labbra.

Accenno un sorriso pulendomi la mano. Shigaraki richiama la nostra attenzione.

«Ho bisogno che mi facciate un favore.» ci voltiamo entrambi verso di lui. «In città sono rimasti interi alcuni edifici...Re-Destro ha detto che in uno di quelli dovrebbe essere rimasto un trasmettitore, il Dottore mi ha detto che sta già mandando un segnale, probabilmente agli eroi. Ho bisogno che lo troviate e lo distruggiate.»

«Dobbiamo andare assieme?» guardo prima lui, poi Dabi, poi di nuovo lui. «Pensavo non ci volessi assieme. Lo distraggo no?»

La mia frecciatina lo infastidisce. Si alza e viene verso di noi. «Si, lo distrai, ma qualsiasi cosa sia successa tra di voi ora sta distraendo te e questa cosa non mi piace.» mi mette una mano sulla spalla, fortunatamente ha su il suo guanto altrimenti sarei polvere ora. Appena mi tocca vedo Dabi cercare di alzarsi, ma ci ripensa vedendo che sto bene. «Quindi ora voi due andrete in città, troverete quel trasmettitore e lo distruggerete. Farete pace o qualsiasi cosa voi vogliate, ma basta che tornare ad essere concentrati, non mi interessa come la risolvete. Fatelo e basta, grazie.» io e Dabi annuiamo all'unisono, lui però non sembra molto d'accordo. «Bene. Ora sbrigatevi e andate.»

Annuisco andando a recuperare le mie cose. Raccolgo guanti e mantello e mi preparo, mettendo la maschera sul volto. Dabi mi aspetta tenendo le mani in tasca. Solo ora noto che, nonostante tutto, ha ancora addosso la giacca che gli ho regalato io. Mi sfreccia davanti prima che possa dire qualsiasi cosa e inizia a camminare. Da qui alla città ci vorranno si e no dieci minuti a piedi.

«Allora...» metto le mani in tasca e cerco di iniziare un discorso mentre camminiamo. «Volevo scusarmi per quello che ho detto stamattina...cioè, praticamente ieri, è quasi l'alba ormai.»

«Non importa.» precisa lui poco dopo. «Fa niente.»

Come faccio a fare un discorso se lui mi risponde così? Sospiro guardando avanti, in poco tempo arriviamo alla città distrutta. Non mi serve neanche chiedere a Dabi come fare a trovare il trasmettitore, si sente da lontano. Ci avviciniamo all'edificio da cui proviene il "bip" incessante che il marchingegno produce.

«Viene dal tetto.» guardo Dabi per chiedere un consiglio su cosa fare.

«Bene, l'hai trovato. Sei ancora qui? Muoviti.» entra nella struttura senza aspettare.

«Ehi, sta attento! Non sembra molto stabile!» lo seguo stando attenta a dove metto i piedi.

Sembra la casa abbandonata in cui ci siamo incontrati per la prima volta, quella che lui ha fatto crollare sulla mia testa. Saliamo le scale quasi come se avesse fretta, ma uno scalino cede sotto il mio peso. Il mio piede sprofonda nel legno seguito da un urletto, ma prima che possa farmi seriamente male Dabi mi afferra, tirandomi su.

at the end he dies || DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora