Capitolo 27

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Shoto si piega al mio fianco tirando su col naso. «Ehi, stiamo andando.»

Annuisco velocemente senza staccare gli occhi dalla lapide mentre tengo stretta la lanterna in mano per illuminarla, anche se la neve che scende sempre più forte continua a ricoprirla.

«Io arrivo. Voi aspettatemi in auto, vi raggiungo.»

Il ragazzo non sembra convinto, ma fa come dico portandosi dietro i fratelli.
Touya...Dabi...che sia solo una coincidenza? Si, Dabi è vivo e non vedo come possa avere qualcosa a che fare con i Todoroki, anche se...
Mi alzo di scatto lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. Nella mia mente si sblocca qualcosa. La mia mano cede, la lanterna cade a terra spegnendo la candela, i vetri si frantumano in mille pezzi e rimango nel buio più totale, qui attorno non c'è neanche un piccolo lampione che possa continuare a farmi luce, c'è solo il lieve bagliore della luna che si intravede tra le nuvole. I pensieri nella mia testa rimbalzano da una parte all'altra cercando di collegare più cose possibili, finché vengo distratta da dei passi nella neve alle mie spalle non troppo distanti. Dal rumore che fanno non è di certo la camminata di Shoto, ormai lo conosco bene, e inoltre non penso possano i suoi fratelli. In tutto ciò, però, lo riconosco anche se non riesco a ricollegarlo ad un volto. Si ferma per qualche attimo, non oso girarmi, e la persona misteriosa riprende a camminare dopo poco posizionandosi dietro di me. Sposta dei vetri a terra, li sento sfregare tra di loro, poi da dietro di me sento un lievissimo calore. Sta riaccendendo la candela? Mi piego di nuovo davanti alla tomba cercando di ignorare la presenza alle mie spalle, ma la mano della persona misteriosa si allunga verso la lapide, poggiando la candela sul bordo. La prima cosa che noto non è di certo la fiamma blu, ma il profumo. Come dimenticarlo? Invade i miei pensieri ogni giorno, i miei incubi e sogni, la mia mente e le mie narici ogni volta che lo sento. Ho imparato a conoscerlo e ormai non posso dimenticarlo.

«Come mai sei qui?» la sua domanda è un po' stupida, sapeva che stasera sarei uscita con Shoto per delle cose.

«Piuttosto tu?» domando a mia volta.

Dabi si inginocchia al mio fianco guardando la tomba, la piccola candela lo illumina di poco, la sua risposta non arriva, come immaginavo.
Mi giro a guardarlo, Dabi ha uno sguardo triste, quasi nostalgico, ma riesco a percepire un pizzico di rabbia. Allunga di nuovo la mano verso la lapide per togliere dal nome la neve che continua ad ricoprirlo, appena cerca di ritrarla gliela prendo io intrecciando le dita con le sue. Non sembra aver voglia di parlare, ma averlo trovato qui è un punto a favore della mia teoria.

«Va bene così.» gli schiocco un bacio sulla fronte, lasciandogli piano la mano. «Io ora devo andare. Se vuoi...» glielo sto dicendo davvero? «Kurogiri sa qual è la mia camera. Torno in dormitorio ora, se vuoi...mi trovi li.»

Mi alzo e lui fa lo stesso sospirando. Annuisce piano senza aggiungere altro mentre un portale si apre al suo fianco. Mi sorride appena prima di buttarcisi dentro, io rimango a fissare il portale finché si chiude.

«Tutto ok?» domanda Shoto appena torno in auto. Lui piuttosto sembra ancora abbastanza triste.

«Si, tranquillo. Tu invece?»

Annuisce senza aggiungere altro e appoggia la testa alla mia spalla mentre i suoi fratelli ci riportano in dormitorio. L'unica cosa che mi frulla per la testa, ora, è Touya. Dabi e lui sono davvero la stessa persona? Le cose avrebbero un senso: il potere, la data di nascita, l'attenzione per Shoto e l'odio per Endeavor, ma anche il fatto che fosse al cimitero proprio il giorno del suo compleanno. Sarebbe coerente come cosa, ma non ho un valido motivo per cui dovrebbe odiare il padre. Se stanotte verrà da me potrei scoprirlo.
Saluto i fratelli e riaccompagno Shoto in camera sua, poi vado nella mia stanza mettendomi il pigiama. Rimango seduta sul letto in silenzio e al buio per quelle che sembrano ore, la mia speranza che Dabi venga qui non vuole farmi andare a dormire e in realtà fa bene: poco dopo mezzanotte si apre un portale nella mia stanza. Scatto in piedi un po' agitata. Perché sono così nervosa? Non è niente di straordinario.
Dabi esce poco dopo dalla nuvola di fumo che si richiude subito dopo alle sue spalle. Mi guarda qualche attimo prima di sorridermi, ma è un sorriso stanco. Gli prendo una mano facendolo sedere sul letto, poi mi siedo accanto a lui rimanendo nel buio, nel caso qualcuno sentisse delle voci farebbe fatica a riconoscerci nell'ombra, nel caso venissero a controllare.

at the end he dies || DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora