Capitolo 13

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Sono passati diversi giorni da quando l'Unione dei Villain mi ha chiamata l'ultima volta. Certo, si sono comunque tenuti in contatto con me, ma fortunatamente nessuna missione...o almeno fino ad oggi. Hawks è passato a trovarmi ogni tanto, riferendomi un po' quello che l'Unione diceva a lui, ma oggi alla solita finestra del secondo piano è comparso Dabi.

«Che ci fai tu qui?! Doveva venire Hawks!» sussurro io. È tardi e i miei compagni stanno andando tutti a dormire. «E poi come hai fatto a salire fin qui? Siamo al secondo piano! Fino a prova contraria non voli.»

«Che noiosa che sei. Mi sono arrampicato, mi sembra ovvio. Hawks aveva un impegno.» borbotta lui sedendosi sul davanzale. «Allora? Vogliamo andare?»

«Andare?» nessuno mi aveva detto nulla. «Andare dove?»

Lui alza gli occhi al cielo e si butta giù dalla finestra, atterrando tranquillamente. Si mette sotto pronto a prendermi, allungando le braccia.

«Salta.»

«Spero tu stia scherzando!»

Lui scuote la testa, iniziando a spazientirsi. «Allora?!»

Impreco a bassa voce mentre metto le gambe fuori dalla finestra. Mi tengo alla cornice della finestra e guardo giù esitando qualche attimo. Spero per te, Dabi, che tu non mi faccia cadere. Chiudo gli occhi per poi buttarmi, le braccia di Dabi appena mi toccano mi stringono forte. Prendo un sospiro di sollievo appoggiando la testa al suo petto.

«Oh avevi paura che ti facessi cadere?» domanda.

«Certo che avevo paura! Tu sei uno stronzo.»

Lui ghigna e mi lascia cadere. Il cespuglio fortunatamente attutisce la caduta, come sempre. Impreco cercando di non urlargli contro, mi alzo facendo un respiro profondo e lo guardo lanciandogli un'occhiataccia.

«Sbrighiamoci prima che mi venga voglia di farti cadere da un ponte.»

Lui ride e mette le mani in tasca, andando verso la sua auto nera fuori dal cancello del dormitorio. Lo seguo salendo in macchina, all'interno c'è un forte profumo di...pizza?

«Serata pizza per i cattivoni oggi, mh? Potevate almeno coinvolgermi.» borbotto allacciandomi la cintura.

«In realtà l'ho mangiata da solo. La prossima volta ci penserò.» inizia a guidare, ma non ha fretta come l'ultima volta.

«Da solo? Che tristezza.» esito qualche attimo. Glielo sto davvero per chiedere? «Come mai?»

«Ti interessa davvero o lo chiedi tanto per dare aria alla bocca?»

Alzo le spalle, continuando a guardarlo in silenzio. Lui sospira e si rilassa appena sul sedile.

«Ho mangiato da solo perché non sopportavo più il tuo amico pollo e gli altri. Mi pressavano troppo così mi sono preso una pausa, poi sono venuto a prendere te.»

«Capisco.» guardo fuori in silenzio per un po', poi torno a guardarlo. «Almeno la pizza era buona?»

Lui trattiene un sorriso, forse per non darmi la soddisfazione. «No, faceva cagare. Era fredda e non sapeva di niente.»

«Beh allora la prossima volta che gli altri ti pressano chiamami! Vicino a casa mia c'è una pizzeria buonissima.»

Accenna una risata mentre parcheggia. «Si, certo.»

Potrebbe non sembrare, ma il suo tono era abbastanza serio. Mangiare una pizza con un villain? Sono nuove esperienze da fare. Scendiamo dall'auto ed entriamo nel bar. Toga appena lo vede si alza e corre ad abbracciarlo, borbottando un sacco di scuse.

at the end he dies || DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora