CAPITOLO 14

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SARA'S POV

Sono in bagno e ho appena finito di lavarmi la faccia e i denti con il dito, giusto da non far puzzare il mio alito, siccome è da più di una settimana che non mi dedico alla pulizia orale.

Alzo la testa e mi guardo allo specchio.

Quando incontro i miei occhi, mi sembra quasi di perdermi nella mia immagine.

Rimango così a lungo, sporta in avanti, il viso a pochi centimetri dal mio riflesso.

Come sono arrivata fino a qui?

Il vuoto che sento nel petto è eloquente, una voragine di dolore e fatica e rimorsi.

L'immagine nello specchio cambia, ho davanti una bambina, le gote rosse, gli occhi vividi.

Mi vede e sorride.

Ritorno con la mente all'innocenza della mia infanzia.

Un mondo di ingenuità e ignoranza, una dimensione fuori dal tempo, idilliaca ed eccezionale.

Mi si stringe il cuore pensando a quella bambina, l'inconsapevolezza di ciò che l'aspetta.

Com'è possibile che siamo la stessa persona?

Gli occhi mi si riempiono di lacrime, iniziando a rigarmi le guance.

Cerco di non sprofondare nel dolore, cerco di non farmi prendere dalla paura, ma è troppo difficile.

Perché tutto questo doveva accadere proprio a me?
Perché io e non un'altra persona?

Ad un tratto mi tornano in mente le parole che mi diceva mio papà ogni volta che mi vedeva triste, a piangere in un angolino della mia camera da letto perché presa di mira dai miei compagni, perché ero la migliore della classe.

"Amore di papà, non piangere.
So che è difficile, amore mio, ma devi sapere che a questo mondo non piace chi è diverso.
Dovrai proteggerti da sola e fare le tue scelte.
Decidere chi sei e chi vuoi diventare.
Non permettere a nessuno, Sara, di decidere chi sei.
Ricordatelo tesoro"

Mio padre ha ragione, non devo permettere a nessuno di decidere chi io sia.

Dovrò proteggermi da sola.

È l'unica soluzione che ho per fuggire di qui, da questo posto, da queste persone sconosciute, ma soprattutto da lui.

Ma i miei piani per fuggire vengono interrotti da una voce femminile dietro le mie spalle.

"Tu dovresti essere Sara De Angelis, giusto?
Piacere di conoscerti, cara.
Io sono Ekaterina, la governante del signor Volkov" la sento parlare dietro di me.

Anche se sa parlare bene l'italiano, si sente comunque l'accento russo.

Mi giro verso di lei con le gote rosse e gli occhi pieni di lacrime e vedo l'espressione del suo viso cambiare immediatamente da felice a preoccupata e spaventata.

Si avvicina velocemente a me con le mani tremanti.
"ODDIO!
Tesoro, va tutto bene?" mi chiede preoccupata.
"S-sì, sì va tutto bene, grazie.
È solo che sono un po' stanca" le rispondo, cercando di non farla preoccupare di più.

"Avanti, non dirmi cavolate!
Si vede chiaro che c'è qualcosa che non va" mi dice, tirando fuori un fazzoletto e incominciando ad asciugarmi le lacrime.
"È che...n-non posso più sopportare questa cosa.
S-sono stata rapita e p-portata qui contro la mia volontà.
Mi m-manca la mia famiglia, le mie amiche.
Ho p-paura di fare una sola piccola cosa che il principino si incavola come una bestia.
Lui è un m-mostro, come anche i suoi fratelli.
Dovrebbero passare le pene dell'inferno per ciò che mi stanno facendo" le rispondo tutto d'un fiato, tra i singhiozzi e il pianto.

My Dark Mafia Prince Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora