CAPITOLO 61

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Dopo aver salutato, abbracciato tra le lacrime, ed essermi assicurata che le mie amiche, Dorian e gli altri due fratelli stessero bene, usciamo dall'hotel e saliamo in una macchina che urla lusso da tutte le parti.

Con i vetri oscurati e interamente blindata.

"Торговый центр Westfield World Trade Center" (Il centro commerciale Westfield World Trade Center) lo sento ordinare in russo all'autista, pronunciando con un inglese impeccabile il nome del luogo nel quale andremo.

"Andremo in un centro commerciale?!" chiedo con gli occhi sgranati dalla sorpresa.

Lo vedo muovere soltanto gli occhi di lato, senza muovere neanche un millimetro la sua testa dalla posizione eretta che tiene, rivolgendomi uno sguardo a dir poco assassino.

Non risponde, soltanto mi rivolge quello sguardo indecifrabile che mi fa mandare giù la saliva con difficoltà.

Mi volto immediatamente dal mio finestrino, cercando di non pensare ai suoi sguardi omicidi e cerco di perdermi nella bellezza di questa città.

Mi chiedo come abbia fatto ad essere rimasta ancora in vita dopo tutto quello che mi è successo.

Cose con le quali, oltrettuto, non mi sono mai imbattuta in tutta la mia vita.

Onestamente, se mi fosse capitato prima una cosa del genere avrei preferito morire, ma ora...non sono più da sola.

C'è qualcun'altro che sta vivendo e crescendo insieme a me e dentro di me.

Non potrei mai essere così egoista da scegliere quando terminare la vita di un essere così innocente, solo perché suo padre è circondato da dei figli di puttana accecati dalla vendetta, dall'assetata voglia di toccare ciò a cui si tiene di più, il tuo punto debole.

La famiglia.

Le persone più a te care.

Per le quali tu daresti la vita.

Faresti e andresti in contro a qualsiasi cosa, senza pensare alle conseguenze.

Solo per loro.

Soltanto ed unicamente per loro.

Dopo qualche minuto di viaggio in assoluto silenzio arriviamo davanti ad un enorme edificio, bellissimo e di ultima generazione.

Non ho neanche il tempo di aprire la portiera che quest'ultima si apre con poca grazia proprio da quella persona che tra poco non rischia veramente di mangiarmi viva.

"Scendi" mi ordina con tono severo, facendomi scuotere da una serie di scosse.

Mi porge una mano e attende pazientemente (con quella poca che gli è rimasta) che io la accetti ed esca dalla macchina.

Ed è ciò che faccio dopo un bel minutino trascorso, uscendo con tutta la calma e la tranquillità del mondo dall'automobile.

Prendendo quanto più tempo possibile, sfidandolo a fargli perdere completamente la pazienza.

Infatti, come speravo, noto con la coda dell'occhio le sue pupille dilatarsi, il suo respiro farsi un po' più veloce e la vena sul collo iniziare a farsi vedere.

Bingo!

Come una ragazza ingenua, faccio finta di niente e lentamente mi dirigo verso il centro commerciale, non degnandolo neanche di uno sguardo.

"Sara" lo sento chiamarmi da dietro le spalle.
Ma io, come una brava ragazza che sono, che cerca di ottenere ciò che vuole, non mi volto.
"Sara" lo sento richiamarmi, questa volta con tono della voce più dura.

My Dark Mafia Prince Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora