CAPITOLO 49

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DUE SETTIMANE PIÙ TARDI

Delle soffici labbra carnose e fresche baciano ripetutamente quelle mie, facendomi così svegliare dal profondo sonno.

Sbatto ripetutamente le palpebre degli occhi, cercando di abituarmi alla forte luce mattutina.

Incontro due meravigliosi occhi azzurri scrutarmi con molta attenzione.

"Buongiorno" mi saluta con quella sua solita voce baritonale, che non smetterà mai di provocarmi una sensazione piacevole.

"Buongiorno" rispondo con voce roca, stiracchiandomi, provocando una piccola risata da parte sua.

"Tieni una bella voce da uomo.
Quasi quasi più profonda della mia" inizia a provocarmi, facendomi alzare gli occhi al celo.

"Ha. Ha. Ha.
Molto divertente, davvero" rispondo con finto sarcasmo, provocandogli una risata ancora più forte.

"Ora io vado a lavoro.
Ricordati di stare sempre vicino alle guardie, sono stato chiaro?" mi avvisa, guardandomi seriamente.

Annuisco con la testa, sapendo già che farò tutt'altro fuor che quello, sapendo della sua assenza.

"Сара" (Sara) mi richiama con tono più severo, facendomi quasi fermare il respiro.
"Non credere che non essendo lì, non riuscirò a venire a conoscenza di quello che farai.
Se vengo a sapere che mi hai disobbedito, non ti farò più uscire da questa casa per il resto della tua vita.
Anche se mi supplicherai con le lacrime agli occhi" mi avverte con tono serio, bruciandomi quasi con quello sguardo raccapricciante.

Annuisco di nuovo con la testa, sentendo la gola diventare secca.
"Ci vediamo questa sera.
Mi raccomando, fai la brava" mi dice, dandomi un bacio sulla fronte e uscendo poco dopo dalla stanza, lasciandomi da sola e con il rossore presente in faccia per colpa dell'ultima frase appena pronunciata.

Per oggi ci eravamo messe d'accordo io, le ragazze e Karolina di uscire tutte insieme a passare una tranquilla giornata tra di noi.

A passeggiare, chiacchierare, riempire i polmoni con un po' d'aria fresca e diversa da quella presente all'interno delle quattro mura che ci tengono rinchiuse la maggior parte del tempo.

A mangiare qualcosa, ma soprattutto a conoscerci meglio.

Tutto è partito da Karolina, che ha chiamato sul telefono di casa, chiedendo se fosse possibile incontrarci un'altra volta.
E così abbiamo optato per un piacevole venerdì mattina.

È inutile dire che ho dovuto chiedere a Danilo chissà quante volte la possibilità di potermi permettere di uscire di casa a passare un'intera giornata per le strade del centro città.

È andato letteralmente su tutte le furie quando alla fine gli ho detto che sarei uscita lo stesso, che a lui fosse piaciuto o meno, perché ormai ci eravamo già messe d'accordo e non mi sarei fatta condizionare dalla sua opinione o decisione.

La sua faccia aveva preso a dir poco le sembianze di un toro incazzato, e per non parlare della vena sporgente sul collo.

Finalmente, dopo diversi sforzi, sono riuscita a convincerlo (anche se non proprio del tutto, visto che ci farà accompagnare da dieci gorilla armati fino al midollo, tenendoci d'occhio ventiquattro ore su ventiquattro) a farmi uscire e passare una normale giornata, come tutti i comuni mortali, dandomi così l'opportunità di conoscere meglio questa città.

My Dark Mafia Prince Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora