CAPITOLO 53

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Comincio a sentire di riacquistare e riperdere, allo stesso tempo, coscienza.

Tutto intorno a me diventa distante, compreso il suono di persone che parlano, chiamano e urlano.

Sento il mio nome essere ripetutamente chiamato da qualcuno.

Provo a rispondere, ma i miei occhi sono diventati troppo pesanti e le mie labbra sono praticamente incollate forte l'una all'altra, evitandone l'uscita di un'unica parola.

Sento qualcuno toccarmi la faccia, cercando di tenermi sveglia.

Il dolore alla testa diventa insopportabile.

Sento le orecchie iniziare a fischiare ed è proprio in questo momento che mi rendo conto che il muro tra la vita e la morte è estremamente sottile.

Immediatamente, il mio pensiero va al mio piccolo bambino che è stato da poco concepito dentro la mia pancia.

Non voglio che gli accada nulla.

Voglio tenerlo protetto, sano e salvo.

"Principessa" quel nome...quel bellissimo nome.

"Ho bisogno che tu rimanga sveglia, piccola" riconosco quella voce.

La voce di lui, la meravigliosa voce di Danilo.

"Ascolta la mia voce e cerca di rimanere sveglia, per favore" sussurra.

Sento le sue lacrime contro la mia guancia.

Cerco di parlare o di muovermi un minimo tanto da fargli capire che sono sveglia.

"Cazzo...devi rimanere qui con me, Sara" sento di essere alzata dal suolo e trasportata all'esterno del bagno.

Il mio corpo si spegne, diventando, lentamente, molto debole.

Poi...l'oscurità.

~   ~   ~

Il caldo dell'ambiente in cui mi trovo mi avvolge il corpo freddo, facendomi lentamente aprire gli occhi.

Come un fulmine, un forte dolore e bruciore mi colpisce dietro la testa, facendomi portare velocemente una mano dietro e toccare i capelli e la nuca bagnati.

Sposto la mano, notando del liquido rosso sui polpastrelli delle mie dita.

Spalanco gli occhi terrorizzata e alla vista del sangue inizio a tremare, sentendo un'altro svenimento farsi strada dentro di me.

Mi guardo velocemente attorno, notando di essere seduta sui sedeli posteriori di un'auto.

Appena provo a muovermi un urlo di un uomo all'esterno mi fa paralizzare, immediatamente, sul posto.

Mi avvicino ai finestrini dai vetri oscurati e guardando attentamente, scorgo le figure di diversi uomini vestiti di nero, alcuni messi un po' sparsi a fare da guardia e gli altri raggruppati intorno a qualcosa o meglio dire qualcuno.

"Говори, сукиный сын!" (Parla, figlio di puttana!)

"Клянусь, господин Волков!
Я не знаю, куда делась эта девушка" (Lo giuro, signor Volkov!
Non so dove sia andata quella ragazza)

"Из-за этой шлюхи я нашел свою девушку лежащей на земле и без сознания" (Per colpa di quella puttana, ho trovato la mia fidanzata stesa a terra e priva di sensi) sento la voce autoritaria, dura, fredda e incazzata di Danilo parlare con un'altro uomo che risponde tra le lacrime di dolore.

My Dark Mafia Prince Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora