CAPITOLO 62

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Che peccato che le vacanze siano dovute finire così velocemente.

Stavo giusto iniziando ad abituarmi all'ambiente americano che già ce ne dobbiamo andare.

Anche se abbiamo visitato ogni minimo angolino di questa città, non mi basta per poter dirgli addio.

Vorrei tanto poterci stare ancora un pochino di più.

Ma il lavoro di Danilo, la mia visita dalla ginecologa e presto anche la scuola dove tra poco sarò iscritta non ce lo permettono.

Questa mattina ci siamo svegliati abbastanza presto, siccome il volo è già alle sette.

Chiudo l'ultimo bagaglio che mi era rimasto e ci dirigiamo verso l'uscita della stanza.

"Hai preso tutto?" mi chiede Danilo, seguendomi da dietro.

"Sì" rispondo, consegnando la valigia alle guardie.

"Bene, allora possiamo andare" appoggia una mano dietro la mia schiena e iniziamo ad incamminarci verso l'uscita dell'hotel.

"Come mai siamo dovuti partire così presto e vestirci completamente di nero?" la mia curiosità proprio non mi fa stare tranquilla.

"Perché prima ci fermeremo in un'altro posto" risponde vago, aprendomi la portiera della macchina e aiutandomi ad entrare.

"E immagino che io non debba chiedere dove di preciso e perché, giusto?" chiedo, sapendo già la sua risposta.

"Davvero perspicace, signorina De Angelis" risponde con un piccolo sorriso malizioso, facendomi arrossire come una piccola bambina.

Dio!

Quanto bramo dalla voglia di schiaffeggiarlo a morte quando si comporta in questa maniera.

Arrivati all'aeroporto io e le ragazze saliamo per prime, dopo qualche minuto pure i ragazzi ci raggiungono.

Poco dopo l'aereo parte e con ansia aspetto di vedere e capire dove atterrerà.

"Questa vacanza è stata la più bella e divertente che io abbia mai fatto nella mia vita!" esulta felicemente Giorgia, seduta a peso morto sulla poltroncina.

"Puoi dirlo forte" rispondo, accarezzando delicatamente la pancia e guardando fuori dal finestrino.

"Cazzo!
Non c'è stato giorno, ora, minuto, secondo che io non abbia scopato spensierata come una ragazza in astinenza di sesso" parla di punto in bianco Jasmine, facendomi sgranare gli occhi imbarazzata dalla sua affermazione.

Tutti quanti ci scambiamo degli sguardi un po' sorpresi, tranne quello di Alexandr che ci sta guardando fiero del suo lavoro, con un sorriso perfido stampato in faccia.

Mi muovo un po' a disagio sulla poltrona sulla quale sono seduta, cercando di trovare una posizione abbastanza comoda.

"Che ti prende, principessa?" mi chiede Danilo, avvicinando il viso ad un soffio dal mio.

"N-Nulla.
È solo che non riesco a trovare una posizione comoda" rispondo, evitando di scontrare il suo sguardo scrutatore.

"Strano.
Fino a poco fa eri comodissima e stavi quasi per addormentarti" si avvicina ancora un pochino di più, fino a sfiorare con le sue labbra il mio orecchio destro.
"Non dirmi che sei imbarazzata per quello che ha detto la tua amichetta bionda?" si ferma per qualche secondo, osservando attentamente quanto io sia diventata rossa dall'imbarazzo.

Lo sento emanare una piccola risata divertita e continuare il suo discorso.

"Piccola, cosa ti aspettavi?
Che giocassero a carte o a tombola?
Anche i miei fratelli e le tue amiche scopano.
Proprio come me e te.
Non c'è nulla di cui scandalizzarsi, è una cosa più che normale in una coppia e tu lo sai molto bene.
O ti devo per caso rinfrescare la memoria riguardo quello che abbiamo fatto noi, giorno e notte, da quando abbiamo messo piede in quel nuovo albergo?" immediatamente una scarica elettrica mi pervade da testa a piedi, facendomi venire la grande voglia di scavarmi la fossa da sola al solo pensiero di quello che abbiamo fatto, senza provare neanche una briciola di vergogna.

My Dark Mafia Prince Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora