CAPITOLO 51

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Sento bussare alla porta e senza neanche darmi il tempo di rispondere vedo quest'ultima aprirsi e due donne entrare nella stanza.

"Hello, Miss.
We apologize for the inconvenience, but we have received the order to help you prepare as you will soon be discharged from the hospital" (Salve, signorina. Chiediamo scusa del disturbo, ma abbiamo ricevuto l'ordine di aiutarla a prepararsi siccome tra poco verrà dimessa) mi avvisa una delle due infermiere, parlando un inglese molto fluente.

Porto velocemente il dorso della mano sulle guance, asciugando in fretta le lacrime.

"Yes, of course" (Sì, certamente) rispondo con un filo di voce, forzando un piccolo sorriso.

Le vedo tutte e due avvicinarsi al mio corpo ancora debole e spostare le coperte, per poi aiutarmi, lentamente, a scendere dal letto.

Dopo avermi aiutata a stare in piedi, da sola, in equilibrio, iniziano a cambiarmi i vestiti.

Indosso un nuovo intimo, una maglia a maniche lunghe blu-notte con sopra una felpa dello stesso colore, un leggings bianco, un paio di calze grigio chiaro e infine le Air Max 270 della Nike, nere con la suola bianca.

Appena sono pronta per uscire, vedo di nuovo la porta aprirsi e una terza donna entrare.

"È lei la signorina De Angelis?" chiede in italiano, facendo sentire il forte accento russo.

"Sì, sono io" rispondo, mentre una delle due infermiere che mi ha aiutata a vestirmi mi porge un bicchiere d'acqua, obbligandomi così a berne un sorso.

"Bene.
Io sono la dottoressa Anastasiya Valieva.
Sono venuta per dirle che il dottore la vuole nel suo ufficio per dirle un'ultima cosa prima di dimetterla ufficialmente" mi risponde, aprendo di nuovo la porta e aspettando pazientemente che la raggiunga.

Mi volto verso le due infermiere e le ringrazio con tutto il cuore per avermi aiutata, per poi voltarmi di nuovo verso la donna vestita in camice bianco e raggiungerla lentamente.

"L'accompagnerò fino all'ufficio del dottor Barkov.
Quando avrà finito, la riaccompagnerò fino alla sala d'attesa dove il signor Volkov la sta aspettando" mi avvisa, iniziando a camminare lungo un corridoio molto ampio e molto lungo.

Continuiamo a camminare per un bel po' di metri, per poi svoltare a sinistra e salire sull'ascensore.

La vedo premere il tasto che segna il numero tre e dopo un po' l'enorme gabbia metallica rettangolare inizia a salire.

Uscite dall'ascensore, camminiamo ancora per qualche metro fino a fermarci davanti ad una porta di legno, bianca.

La vedo bussare alla porta e dopo aver ricevuto una risposta mi fa segno con le mani che ora posso entrare.

Faccio un grosso respiro e con le mani tremanti e fredde mi decido ad abbassare la maniglia.

DANILO'S POV

Sono seduto su una delle decine di sedie in sala d'attesa, aspettandola che esca dall'ufficio di Yuri.

Tengo le braccia appoggiate sulle gambe divaricate con in mano il medesimo bicchiere di vodka, fattomi portare dai miei uomini.

È l'unico alcol che riesce a tenere a freno la mia incontrollabile rabbia, a non farmi mandare tutto a puttane e a farmi ragionare quasi completamente lucido.

Involontariamente, inizio di nuovo a pensare a quando ho ricevuto la chiamata da uno dei miei uomini che mi avvisava che la stavano portando immediatamente all'ospedale perché era svenuta.

My Dark Mafia Prince Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora