CAPITOLO 55

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"Sara" sento qualcuno chiamarmi a bassa voce, toccandomi la spalla.

"Mmm" rispondo svogliata, cercando di fargli capire di non disturbarmi, perché voglio ancora dormire.

"Dormigliona, svegliati.
Vieni a mangiare qualcosa" una mano mi scuote di nuovo, questa volta un po' più bruscamente, facendomi aprire gli occhi incazzata.

"Ma che cazzo di problemi hai?!" mi volto furiosamente verso quella persona che scopro essere Giorgia.

"S-scusa...io-io volevo soltanto dirti di venire a mangiare qualcosa, siccome è da più di otto ore che siamo in volo e non abbiamo messo niente in bocca.
Non intendevo farti incazzare" mi risponde con occhi sgranati dalla sorpresa, probabilmente non aspettandosi un mio tale comportamento.

"D'accordo.
Ti ringrazio tantissimo per avermi avvisata di tale notizia, ma non ho fame. Ora, puoi per piacere lasciarmi dormire?" chiedo, rimettendomi un'altra volta sotto le coperte.

"Ma se hai dormito da tutto questo tempo" ribatte lei.

"E quindi?
C'è qualche problema perché voglio ancora dormire?" le chiedo con tono della voce fredda.

"No, non-"

"Bene.
Ora che ci siamo capite, puoi lasciarmi in pace?" rispondo, non lasciandole neanche il tempo di finire la frase.

"Ma che diavolo ti prende?" chiede, facendo un piccolo passo indietro.

Non ho neanche il tempo di risponderle che inconsapevolmente inizio a piangere.

Sento gli occhi pizzicare, lacrime calde rigarmi le guance e la gola diventare secca.

Immediatamente, una sensazione di vergogna mi colpisce come un treno a massima velocità, facendomi arrossire da testa a piedi.

"Scusa, scusa.
Ti prego, perdonami.
I-io non volevo, Giorgia" dico velocemente, scoppiando in un pianto che anch'io stessa non capisco da cosa è dovuta.

Mi alzo dal letto e vado subito ad abbracciarla, appoggiando la testa sul suo seno e stringerla tra le mie braccia tremanti.

La sento per qualche secondo ferma e paralizzata, non dicendo neanche una parola, ma poi percepisco un piccolo movimento dietro le mie spalle.

Sento di essere avvolta anch'io da due braccia calorose che mi stringono forte tra di loro.

"Non so che cosa mi prende.
Ti prego...perdonami" dico dopo attimi di silenzio.

"Sta tranquilla.
Va tutto bene, tesoro" sento la sua calma voce cercare di tranquillizzarmi.

La sento fare un grosso respiro profondo e appoggiare la testa sopra la mia.

"Mi puoi solamente spiegare perché sei diventata così nervosa di punto in bianco?" chiede dopo diversi silenziosi minuti, facendomi bloccare sul posto.

Non ne sono pienamente sicura, ma credo che sia per colpa degli ormoni della gravidanza e se glielo confessassi, non saprei come potrebbe reagire.

Ho paura che potrebbe rimproverarmi e giudicarmi per il resto della mia vita per aver commesso l'errore più grande della mia vita ad essere rimasta incinta a soli diciassette anni.

E perlopiù con un cazzo di criminale, che potrebbe avere l'età di mio padre, temuto da quasi tutto il fottuto continente.

Riesco già ad immaginarmi gli sguardi spregevoli e disgustati dei miei genitori che mi rivolgerebbero se fossero stati ancora in vita e avessero scoperto che loro figlia è tornata da un rapimento incinta e, come se non mancasse, il figlio che porta in grembo è del suo stesso rapitore.

My Dark Mafia Prince Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora