CAPITOLO 35

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Le urla e le persone intorno a me iniziano a sparire.

Sembra come se ci fossi solo io in questo bagno e in tutta quest'enorme villa.

Dmitri, i suoi uomini, Alexandr, Ernest e i miei uomini sembra non siano qui vicino a me.

Sento come se non potessi fare una sola mossa, un solo passo, un solo...respiro.

Il mio corpo, i miei polmoni, il mio cervello, il mio...cuore sono praticamente paralizzati, immobilizzati.

L'unica cosa che riesco a fare è muovere ripetutamente le palpebre degli occhi, come per accertarmi che quello che sto vedendo sia reale e non un maledetto scherzo.

Capisco bene e so di aver fatto tante o meglio dire infinite cose orribili nella mia vita.

Violentato, torturato ed ucciso uomini, donne, bambini innocenti e distrutto intere famiglie solo per il potere che ho e per il lavoro che faccio, ma non posso permettere che mi accada una cosa del genere.

Se quel bastardo di Viktor, insieme a quelle due puttane di Ivan e Kalisa vogliono vendicarsi per qualcosa, che se la vedano con me, faccia a faccia.

Mi inginocchio vicino ai due corpi massicci maschili.

Portano il giubbotto antiproiettile e tutti e due hanno dei fori sulle gambe.

Appena porto una mano sul loro collo per vedere se abbiano ancora polso, li vedo muovere lentamente e voltarsi a pancia in su, tossendo diverse volte.

Fortunatamente sono salvi, ma soprattutto vivi.

Emano un sospiro di sollievo.

"D-Danilo...a-abbiamo c-cercato d-di f-fermarli, m-ma s-sono...s-sono r-riusciti a s-scappare" si sforza di parlare Andrey mentre si porta una mano al petto.

Mi volto verso l'altro uomo e lo vedo stringere forte la mano al braccio sinistro.

"AGH!
CAZZO!
Q-quei figli di p-puttana la p-pagheranno cara per q-quello che ci hanno f-fatto" Igor cerca di mettersi seduto, continuando a tenere la mano salda sul braccio, cercando di fermare l'emorragia.

Appena noto il suo piccolo corpicino, ricoperto interamente di sangue, gli occhi iniziano involontariamente a bruciarmi e sento la salivazione mancarmi.

Il cuore mi sale in gola mentre il corpo inizia a tremarmi come se fossi scosso da un terremoto.

Butto la pistola per terra e mi precipito immediatamente verso di lei, stringendola forte a me e fregandomene altamente della presenza degli altri.

La analizzo dalla testa ai piedi e fortunatamente noto che nessun proiettile l'abbia colpita.

"DITEMI CHE CAZZO E SUCCESSO, ORA!" sono talmente incazzato e scombussolato da ciò che è accaduto che non so a cosa pensare o a chi rivolgermi per prima, soprattutto se di mezzo c'è la mia piccola.

"Lei v-voleva andare in b-bagno e l'abbiamo s-scortata fino a q-qui.
Poi a-abbiamo sentito d-dei strani rumori e delle u-urla e s-siamo entrati, trovando il b-bagno interamente ricoperto da schizzi di s-sangue e due persone che s-stavano cercando di a-aggredirla.
Abbiamo p-puntato le pistole su di loro, intimandoli di non f-fare nulla perché non a-avremmo esitato a sparare, ma non ci a-aspettavamo che anche loro f-fossero armati.
Ci hanno s-subito sparato alle g-gambe, al petto e alle b-braccia, ma fortunatamente Sara non è s-stata colpita.
È svenuta e Igor si è messo s-sopra di lei per evitare che v-venisse ferita, svenendo pure lui p-poco dopo per la perdita di s-sangue, seguito dopo p-pure da me.
E il s-sangue che ha addosso non è il suo, ma il n-nostro" emano un secondo sospiro di sollievo mentre abbasso la testa su di lei e le accarezzo il viso, ringraziando dio che sia sana e salva.

My Dark Mafia Prince Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora