CAPITOLO 44 🔞

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"Ciao, mamma.
Ci sentiamo domani" sento la sua calda voce salutarmi dall'altro capo del telefono.

"Ti voglio bene anch'io" chiudo la telefonata e mi affretto a spegnere il telefono e a nosconderlo al solito posto.

Esco dalla libreria e mi dirigo verso la mia stanza.

Sono quasi le otto meno un quarto e non ho ancora deciso cosa indossare.

Mi ero completamente dimenticata di chiedergli, prima che ritornasse a lavoro, in che modo mi sarei dovuta vestire, non sapendo il luogo sconosciuto dove mi porterà.

Apro le ante dell'armadio e guardo velocemente i vestiti.

Sposto i miei occhi dagli abiti da sera, ai pantaloni, alle gonne e alle maglie.

Siccome oggi ho deciso di provocarlo, e non poco, alla fine di un'intensa osservazione, decido di mettere un body a maniche lunghe, rosso, con una gonna lunga fino a metà coscia di colore nero.

Tiro fuori dal cassetto l'intimo rosso, il mio preferito, e immediatamente mi catapulto in bagno a farmi una bella doccia calda.

Dopo dieci minuti e due canzoni cantate dalla mia meravigliosa voce, esco dalla doccia e vado verso il lavandino a lavarmi i denti.

Finito, esco e quando noto che mancano solo cinque minuti alle otto, alla velocità di Speedy Gonzales inizio a vestirmi.

Corro tra il bagno e la camera, facendo cento cose nello stesso momento.

Siccome non ho molto tempo, i capelli li lascio ad asciugarsi da soli.

Indosso un paio di stivali con il tacco, lunghi fino al ginocchio.

Vado in bagno per un'ultimissima volta e dopo aver dato un'ultimo ritocco al leggerissimo trucco, decido finalmente di uscire.

E devo dire che sono riuscita a finire giusto in tempo.

Non ho neanche il tempo di portare la mano sulla maniglia e aprire la porta che quest'ultima si apre con veramente poca grazia, rivelando letteralmente un dio sceso in terra, che diversamente viene chiamato lui o ancora diversamente Danilo Volkov.

Mi guarda dalla testa ai piedi, senza proferire una sola, singola lettera.

Resta lì, imbambolato alla porta senza dire né fare niente, se non mangiarmi con gli occhi.

Noto le sue pupille dilatarsi e il suo respiro farsi leggermente più veloce.

Mi sa che il mio piano di riuscire a provocarlo stia funzionando.

"Sei...bellissima" parla finalmente, chiudendosi la porta alle spalle.

È vestito con il completo nero da lavoro e indossa ancora il cappotto, probabilmente perché sarà appena tornato dal lavoro.

"Grazie" rispondo, arrossendo leggermente e abbassando la testa.

So che gli piace quando arrossisco e infatti con la coda dell'occhio noto le sue labbra formare un piccolo sorriso malizioso.

"Non sai quanto io mi stia trattenendo dal non strapparti, ora, quegli stracci di dosso, principessa" lo sento avvicinarsi al mio corpo che adesso sento che sta letteralmente andando a fuoco.

"Nessuno ti sta impedendo dal non farlo" dico quasi in un sussurro.

Ammetto che è la prima volta che riesco a fare una cosa del genere.

Sento dalle sue labbra uscire una piccola risata.

"Non provocarmi, piccola" è ad un soffio da me.

My Dark Mafia Prince Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora