Capitolo 8 - Little wonders (Pt. 3)

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Pietro si distese un po', quando vide Giulia e Filippo scoppiare a ridere, probabilmente convinti che il suo fosse solo uno scherzo. Dovevano essere troppo certi dell'impossibilità effettiva della cosa per credere davvero che potesse essere vera.

-Comunque, buon compleanno- Pietro li lasciò perdere, rivolgendosi finalmente ad Alessio, ancora in attesa in piedi di fronte a lui – Quest'anno eviterò di dirti che stai diventando vecchio, visto che ormai è più che evidente-.

-Guarda che sei tu che cominci ad avere qualche capello bianco, non io- lo prese in giro lui – Comunque: in che maniera pensavi di approfondire con me stasera?-.

Pietro rimase un attimo interdetto da quella domanda, prima di trovare il modo per sviare intelligentemente il discorso:

-Dandoti i regali per i tuoi ventiquattro anni-.

Alzò il braccio, facendo finire la busta bianca davanti al viso dell'altro. Alessio rise sommessamente, prima di afferrarne i manici e lanciarvi un'occhiata all'interno:

-Non dovevi, davvero. Mi vizi troppo-.

-Qualcuno dovrà pur farlo, no?-.

Alessio gli lanciò un ultimo sorriso, prima di sedersi di nuovo; Pietro prese posto a sua volta, andando a sedersi accanto a Filippo.

Non passarono molti minuti, prima che Pietro potesse accorgersi anche di Caterina e Nicola: erano entrati praticamente correndo nel locale, le gote arrossate probabilmente per l'aria fredda della sera e per la corsa appena conclusa.

-Ma che fine avevate fatto?- li accolse Alessio, sentendo i loro passi avvicinarsi e voltandosi verso di loro giusto in tempo per vederli arrivare al tavolo.

-Un piccolo imprevisto- rispose prontamente Caterina, scambiandosi una veloce occhiata d'intesa con Nicola. Alessio si avvicinò per i consueti baci sulle guance da parte di Caterina, e Pietro non poté fare a meno di gongolare dentro di sé nel notare che Alessio non si era lasciato andare in abbracci con nessun altro. Non aveva stretto a sé nessun altro, né, da quel che poteva immaginare, aveva detto a qualcuno quanto gli fosse mancato. In un certo senso si sentì compiaciuto della cosa.

-Sì, credo anche di immaginare che tipo di imprevisto fosse- intervenne ancora una volta Giulia, causando uno sbuffo sonoro da parte di Filippo:

-Ma che ti prende, stasera? Non puoi nemmeno dire di essere in astinenza, perciò ... -.

-Perciò sto solo rallegrando l'atmosfera, mon trésor- .

Tutti scoppiarono a ridere, inevitabilmente. Anche Pietro si lasciò andare, genuinamente divertito: in quel momento di ilarità gli sembrava quasi, per un istante, di poter lasciare dietro di sé ogni problema e insicurezza.

Almeno per quella sera.

It's the heart that really matters in the end*

*

Say it's more than spiritual, physical

Love me like a miracle, miracle

'Till my bones are ashes that blow in the breeze

Say you'll be there for me

Say you'll be there for me*

La temperatura esterna era decisamente calata, nonostante non fosse nemmeno lontanamente notte inoltrata. Pietro avvicinò la sigaretta alle labbra, prima di allontanarla ancora e buttare fuori il fumo. Si strinse un po' di più nelle spalle, pentendosi di essersi portato dietro solamente un giubbino leggero: sentiva troppo freddo, vestito così. La sigaretta stava finendo, ma continuava a prendersela con comodo, senza alcuna fretta di rientrare nonostante i brividi che gli percorrevano la schiena.

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