Capitolo 20 - Fire meet gasoline (Pt. 2)

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Pietro non era stupido – era un buon osservatore, quando non si lasciava andare al disimpegno e al menefreghismo-, e lo conosceva troppo bene, Alessio se ne rendeva conto ogni volta di più. Forse anche gli altri lo avevano intuito, ma nessuno si era azzardato a chiederglielo direttamente.

D'altro canto, era meglio così. Non aveva voglia di ricordare una volta di più la discussione terribile che aveva avuto con Alice.

Non aveva voglia di dare giustificazioni riguardo al fatto che lei sognava di sposarsi, un giorno, e lui no. E non voleva dare ulteriori spiegazioni, non quando gli sarebbe toccato dire che ad Alice sarebbe piaciuto avere un figlio molto presto, mentre lui, dopo aver concluso l'università, non voleva altro che la possibilità di avere la carriera che aveva sempre sognato per sé.

No, non aveva decisamente voglia di spiegare ciò che voleva per se stesso, quando in pochi altri lo avrebbero capito davvero.

-Sì, riguarda lei- borbottò infine, continuando a tenere lo sguardo basso, e rifiutandosi di guardare in viso Pietro. Per un attimo ebbe la tentazione di parlare: tra tutti, era forse lui quello di cui si sarebbe fidato di più nel parlare di qualcosa del genere; poi, il secondo dopo, si era ricordato che la loro complicità era svanita pian piano, durante gli ultimi mesi, si era affievolita fino a rimanere solo un vago ricordo, minata da una tensione alla base che Alessio faticava a controllare – e ad interpretare.

Era stato lui a decidere così, ad agire in modo che andasse a finire in quella maniera – o forse era stata colpa di Pietro, dei dubbi che gli instillava la sua presenza, tutta quella confusione che gli causava sempre. L'unica conclusione a cui era giunto era che avere vicino Pietro equivaleva ad un pericolo.

Un po' come avvicinarsi troppo alle fiamme ardenti, e rimanervi inevitabilmente bruciato.

La mano che gli stava tendendo Pietro in quel momento, però, gli sarebbe potuta risultare utile per un altro motivo.

-Forse mi serve un favore- Alessio si schiarì la voce, sentendosi lievemente in imbarazzo. Chiedere aiuto non era mai stato il suo forte, e chiederlo proprio a Pietro, in quel periodo, gli risultava ancor più d'impaccio.

-Dimmi pure-.

-Hai ancora un letto libero a casa?-.

Non aveva voglia di tornare al suo appartamento, e ritrovarsi da solo con Alice. In fin dei conti non erano passate molte ore dal loro litigio, e il rancore era ancora troppo vivo per indurlo a tornare in una casa dove avrebbe trovato anche lei.

Pietro sembrò pensarci su, e solo in quel momento ad Alessio venne naturale alzare lo sguardo, per poterlo guardare in faccia e studiarne l'espressione. Non sembrava davvero indeciso, in realtà; forse era solo in attesa, aspettando che Alessio si decidesse a guardarlo per la prima volta da quando avevano cominciato a parlare.

-Per te lo sarà sempre-.

La voce morbida di Pietro aveva fatto sentire Alessio un po' del calore che quella sera gli era mancato. Gli rivolse un mezzo sorriso, ed Alessio si sentì grato verso di lui, per averlo fatto sentire meno solo e meno sbagliato anche con un gesto a tratti così banale.

Sotto quella sensazione di calma, però, continuava a sentire ribollire la stessa rabbia di prima, ancora intaccata. Pietro sembrava ancora tutt'altro che intenzionato a insistere – e anche per quello gli fu nuovamente grato, perché cercare di farlo parlare avrebbe solo peggiorato le cose-, lasciando morire anche quell'inizio di conversazione.

Alessio fece per alzarsi di nuovo, pronto a dirigersi verso il bancone: aveva bisogno di un altro po' di alcool in circolo, per poter mettere a tacere anche quelle ultime briciole di nervoso e ira che ancora aveva nelle vene.

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