Capitolo 27 - Bird set free (Pt. 2)

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Per un attimo a Pietro parve di essere tornato indietro di più di un mese, quando ancora riservava ad Alessio quasi nessuno sguardo e quasi nessuna parola. Doveva averlo pensato anche Alessio, ne era sicuro: glielo leggeva negli occhi chiari e meno luminosi rispetto ad un secondo prima.

Pietro fece segno di diniego scuotendo il capo, lentamente; era difficile, in quel momento, mettere insieme tutte le parole che si era ripetuto moltissime volte nella sua testa, sin da quella mattina. Era difficile anche tornare a parlare ad Alessio con una parvenza di normalità, come se gli ultimi mesi non fossero mai esistiti, ma doveva sforzarsi, se non voleva far risultare tutto vano.

-Lo so bene quanto tu questa laurea te la sia sudata. Ricordo ogni singolo momento, ogni singola parola che hai speso o detto per arrivare fino a qui. Ricordo quando pensavi che non ce l'avresti mai fatta, e ricordo anche quanto ti sia costato ogni sforzo per farcela lo stesso, con le tue forze. Lo so che negli ultimi mesi non ti ho praticamente rivolto la parola, e ora ti sembrerà strano che io dica questo. E lo è, in effetti ... - Pietro continuò a guardare altrove, in qualsiasi direzione, senza mai incrociare gli occhi di Alessio per non rischiare di crollare proprio all'ultimo – Ma credimi se ti dico che sono davvero felice per te-.

Combatteva contro la voglia di scoprire che espressione doveva aver assunto Alessio, dopo quelle parole. Un attimo dopo rinunciò a qualsiasi proposito che si era prefissato fino a quel momento, e riportò gli occhi sull'altro.

Alessio sembrava incredulo, e non tentava nemmeno di nasconderlo. Forse non aveva ancora detto nulla per la troppa sorpresa, o forse perché ancora doveva decidere se quello che Pietro aveva appena detto era tutto un sogno o la realtà tangibile.

Nell'attimo in cui aveva alzato gli occhi verso di lui, Pietro aveva lasciato da parte qualsiasi cautela che si era ripromesso di mantenere prima di seguirlo fino a lì, il ricordo di tutte le cattive parole che si erano scambiati negli ultimi mesi; camminò fino ad arrivare di fronte ad Alessio, e gli buttò le braccia al collo.

Non era rimasto a pensarci molto, prima di abbracciarlo in quella maniera un po' impacciata e un po' disperata: era stato tutto istintivo, talmente tanto che ora si sentiva leggermente in imbarazzo, ma nel posto giusto e con la persona giusta.

Era strano ritrovarsi così vicino ad Alessio dopo tutto quel tempo. L'ultima volta che era riuscito a respirarne il profumo, a sentire il calore del suo corpo, era stato sempre in un bagno, di un diverso locale, in pieno inverno. In una serata di cui ricordava tutto ancora troppo bene, e che gli faceva male come se fosse appena accaduto tutto di nuovo.

Sentì Alessio inizialmente irrigidito nel suo abbraccio, ma fu una sensazione che durò solo alcuni secondi; ricambiò l'abbraccio, poggiandogli le mani sulla schiena, stringendolo ancora un po' a sé. Superati l'incredulità e il disagio iniziale, quello sembrò essere il gesto più spontaneo che c'era stato tra di loro da mesi.

-Lo so che le cose tra di noi ultimamente non sono andate esattamente secondo i piani- Alessio mormorò appena, la voce più roca e venata di malinconia – Avrei voluto fosse andata diversamente-.

Pietro inspirò forte, mentre abbassava le palpebre per un attimo, cercando di nascondere le lacrime silenziose che si erano fermate agli angoli degli occhi. Sapeva che Alessio lo credeva davvero: l'aveva percepito in ogni suo tentativo di riavvicinamento degli ultimi mesi, tutti gesti che però non erano bastati a cambiare le cose.

Non sarebbero cambiate nemmeno con quell'abbraccio, Pietro ne era certo. Era troppo poco, e troppo tardi, per perdonare l'indifferenza di Alessio di quell'inverno, quella sua codardia nel non volere sapere nulla che non rientrasse nei suoi piani di vita.

Eppure in quel momento, e per tutto il tempo in cui quell'abbraccio sarebbe durato, andava bene anche così. Un ultimo gesto di vicinanza, di muto amore, prima di tornare alla solita distanza.

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