Il ronzio del ventilatore poggiato a terra, esattamente dall'altra parte della stanza dove si trovava il letto, era l'unico ronzio percepibile nel silenzio regnante. I giorni di giugno si stavano succedendo uno dopo l'altro, e nonostante il ventilatore costantemente acceso nel pomeriggio e la finestra aperta alla mattina, il caldo asfissiante sopraggiunto in quella prima metà del mese non sembrava diminuire affatto, non lasciando alcuna via di ristoro.
Caterina se ne stava stesa lungo il letto, vestita unicamente di un paio di pantaloncini comodi e di una canottiera trovata in mezzo a mille altre. Si sentiva soffocare per l'afa presente, e a poco niente le serviva rimanersene lì distesa, senza muovere neppure un muscolo.
Si stava annoiando. Era ancora primo pomeriggio, e se non fosse stato per la temperatura troppo elevata e per la marea di turisti che passeggiavano lungo le calli veneziane, incuranti del solleone sopra le loro teste, sarebbe uscita volentieri da quella casa. Aveva desistito velocemente a quell'idea: si era arresa all'afa estiva, e si era limitata a prendere un libro dalla libreria del salotto, sistemandosi comodamente sul letto e cercando di godere di quella specie di relax. Non riuscendoci per nulla.
Non riusciva a concentrarsi sulle parole che leggeva. Le scorreva con gli occhi, riga dopo riga in quelle pagine stampate, senza memorizzarne i concetti o i passaggi. Neppure quel romanzo di Orwell riusciva a distrarla, come sarebbe invece riuscito in una qualsiasi altra situazione.
Si accorse di essere ferma sulla stessa pagina da oltre venti minuti. Si dette della stupida mentalmente, e si sforzò, poco convintamente, a riprendere la lettura. Dopo pochi secondi, nuovamente, scostò il libro, appoggiandolo al materasso, e rimanendo a fissare la propria pancia.
La guardò e basta, senza pensare a nulla. Non la sfiorava nemmeno, se non con lo sguardo.
Con un gesto impaziente si tolse gli occhiali che usava per leggere, posandoli sul comodino alla sua destra, e richiuse il libro, poggiando anch'esso accanto agli occhiali.
"Non posso andare avanti così".
C'era una strana sensazione, che non avrebbe saputo definire, che le impediva di concentrarsi su qualsiasi altra cosa, e che canalizzava ogni sua attenzione solamente su quella parte del suo corpo. Non riusciva a distrarsi, e cominciava ad innervosirsi per quella sua mancanza di concentrazione da riporre verso qualcos'altro.
Era ormai a metà del terzo mese, e le nausee, finalmente, se ne stavano andando a poco a poco. Almeno non arrivava a vomitare. I primi segni evidenti della gravidanza, poi, cominciavano a presentarsi ogni giorno di più: sebbene la pancia non sporgesse ancora stava però cominciando ad arrotondarsi, anche se era un dettaglio di cui ci si sarebbe accorti solo osservandola molto attentamente. Immaginava che, di lì a poche settimane, si sarebbe vista decisamente di più, non lasciando più dubbi riguardo al suo stato. Si immaginò come sarebbe stata a settembre, quando si sarebbe laureata: sarebbe stata nel sesto mese, e forse avrebbe già saputo se sarebbe stato maschio o femmina.
A pensarci, in quel momento, le sembrava ancora tutto totalmente assurdo e surreale.
Faticava ad entrare nell'ottica della maternità. Ancora non riusciva ad immaginarsi come madre, forse perché, prima di quel momento, non l'aveva mai davvero pensata come una cosa che sarebbe potuta succedere in pochi mesi.
In quell'ultimo mese e mezzo il tempo sembrava essersi dilatato all'infinito: le sembrava fosse già passato un secolo dal giorno in cui era scappata a casa di Giulia per fare il test. Ricordava la sua prima sensazione di terrore e sconforto come un sentimento lontano, ma che sottilmente persisteva ancora; e ricordava la prima reazione avuta da Nicola come un'ombra pronta ad incombere di nuovo su di lei.
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Walk of Life - Growing
RomansLa vita da ventenni è tutt'altro che semplice, parola di sei amici che nei venti ormai ci sguazzano da un po'. Giulia, che ha fin troppi sogni nel cassetto ma che se vuole realizzarli deve fare un passo alla volta (per prima cosa laurearsi) Filippo...