Capitolo 19 - Making today a perfect day (Pt. 2)

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-È meglio se andiamo, o rischiamo di fare tardi- esordì Giulia, non appena arrivarono nell'androne al pianterreno del palazzo. Il portone era stato lasciato aperto, e Alessio appurò a malincuore che la pioggia ancora scendeva in abbondanza, e che il buio della sera stava inesorabilmente già calando. Non sarebbe stato facile camminare per Venezia con un'atmosfera simile.

-Dove dovete andare con un tempo del genere?- chiese Pietro, ed Alessio fece appena in tempo a girarsi verso di lui per notare la sua espressione piena di scetticismo.

-Spritz time- esclamò Filippo – E poi voi due non dovete andare a cercare un regalo per Alice con un tempo del genere?-.

L'aveva detto con evidente ironia per fare il verso a Pietro, ma Alessio sapeva che Filippo non aveva tutti i torti: aveva sperato che nelle ore passate da Caterina e Nicola il tempo potesse migliorare, ma si era sbagliato di grosso. Ma al compleanno di Alice non mancavano più molti giorni, e quella sera era una delle poche occasioni in cui poter andare in cerca di qualcosa – accompagnato da Pietro, per giunta. Ancora doveva spiegarsi con che coraggio gli avesse chiesto, qualche giorno prima, di venire con lui in quella ricerca.

-Non fare il saputello, Pippo- Pietro guardò l'amico con un sorriso estremamente finto – Non ti si addice-.

Prima che potessero proseguire con quel battibecco, Alessio si fece avanti:

-Allora mi sa che ci separeremo già qui- disse, sperando che anche Giulia venisse in suo aiuto. Le lanciò un'occhiata veloce, e lei sembrò intuire nell'immediato:

-Eh già- confermò, sorridendo sorniona – Comunque faremo avere a Fernando i vostri saluti-.

Per qualche secondo nessuno disse nulla, ma fu la voce di Pietro a spezzare quel silenzio venuto a crearsi:

-Vi vedete con lui?-.

Giulia annuì:

-A quanto pare-.

-Adesso però andiamo sul serio, o rischiamo di farlo pure aspettare- intervenne Filippo. Anche Alessio e Pietro li seguirono verso l'uscita, l'ombrello che Pietro si era ricordato di portare già in mano pronto ad essere aperto ed usato. Quando mancava meno di un metro al portone aperto del palazzo, Giulia si voltò indietro verso di loro, agitando la mano in saluto:

-Buona ricerca per il regalo!-.

Lei e Filippo non attesero oltre: aprirono l'ombrello non appena oltrepassata la soglia, e svoltarono a destra, sparendo subito alla vista. Alessio rimase immobile qualche secondo prima di decidersi ad imitarli, rendendosi conto che ora era rimasto solo con Pietro, e che sarebbe stato così almeno per le prossime due ore. Era da tempo che non gli capitava di ritrovarsi completamente da solo con lui, così tanto che pensava gli ci sarebbero voluti diversi minuti per abituarsi a quella sensazione.

Pietro si fece avanti prima di lui, brandendo l'ombrello e aprendolo subito non appena messo il primo piede fuori dal riparo dell'androne. Alessio lo seguì in silenzio, affiancandolo.

-Vieni un po' più in qua- Pietro gli posò la punta delle dita sul braccio, come a spingerlo semplicemente così più vicino a sé – Non ho intenzione di morderti-.

Lo aveva detto ridendo sommessamente, ma era una risata strana – tesa, come se in realtà quella vicinanza gli facesse più male che bene. Alessio non se lo fece ripetere due volte, però, e si gli avvicinò fino a quando le loro spalle non si sfiorarono.

Anche per lui quella vicinanza era un insieme di contrapposizioni difficili da decifrare: gli mancava la vicinanza a Pietro che aveva avuto la sera del suo compleanno, ed allo stesso tempo ne era così spaventato che ormai non riusciva nemmeno più a fare finta di nulla. Le prime settimane ci era riuscito, ad ignorare quella sensazione, ma adesso era diventato tutto troppo difficile come il giorno in cui per poco non ne aveva parlato con Caterina. Si sentiva bruciare dentro.

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