Capitolo 28 - Beautiful disaster (Pt. 4)

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-Mi gira la testa- farfugliò, appena udibile.

-Sei appena svenuto, ovvio che ti giri la testa-.

Giulia tirò un sospiro profondo, buttando fuori l'aria rumorosamente. Se l'era vista davvero brutta nei dieci minuti precedenti: a lei era capitato qualche rara volta di avere mancamenti a causa della sua bassa pressione, ma non aveva mai avuto alcuna esperienza nell'assistere persone svenute. Vedere Filippo accasciato sul pavimento, immobile e con gli occhi chiusi, l'aveva quasi mandata nel panico più assoluto.

Aveva passato il primo minuto a non sapere bene cosa fare, indecisa tra il correre fuori ed urlare a squarciagola per trovare qualcuno che l'aiutasse, o se chiamare un'idroambulanza direttamente da lì, senza avvertire nessuno. Alla fine aveva prevalso il buon senso: Filippo aveva solo avuto un mancamento, nulla di così grave.

Aveva rispolverato le vecchie nozioni di primo soccorso apprese quando aveva dovuto prendere la patente, e aveva cercato di stenderlo nella maniera meno sgraziata possibile. Poi era corsa a chiudere a chiave anche la porta che dava sull'antibagno, per evitare che qualcuno entrasse proprio in quel momento. Aveva schiaffeggiato Filippo e gli aveva schizzato un po' d'acqua fresca del rubinetto, prima di sollevargli le gambe, ed alla fine, dopo qualche minuto di puro terrore, quelle misure avevano cominciato a dare i loro effetti: Filippo aveva ripreso conoscenza poco a poco, riaprendo gli occhi lentamente e poi muovendosi appena.

Ora, dopo altri minuti passati a rimetterlo in sesto – sciacquandogli la faccia e aprendogli un po' la camicia-, se ne stava di nuovo seduto con la schiena appoggiata al muro del bagno. Era ancora cereo, e Giulia aveva il timore di vederselo svenire nuovamente davanti agli occhi, ma almeno riusciva a biascicare qualcosa.

-Mi hai fatto prendere un colpo- mormorò Giulia, sedendosi a sua volta per terra. In quel momento non le importava nemmeno di sporcare il vestito che indossava: sentiva solamente il tremore del proprio corpo per lo spavento appena avuto, e il cuore che le martellava forsennatamente contro il petto.

-Io ti ho fatto prendere un colpo? E tu, allora? Dirmi una cosa del genere dopo avermi detto di non preoccuparmi!- Filippo alzò appena il tono della voce, gesticolando nervosamente. In quel momento Giulia temette davvero un altro crollo, e forse sarebbe stato meglio quello rispetto ai rimproveri di Filippo.

Per un attimo Giulia aveva sperato che si fosse dimenticato di ciò che aveva scatenato la perdita dei sensi, ma a quanto pareva Filippo ricordava anche troppo bene cosa era accaduto giusto poco prima che svenisse:

-Sul serio, perché hai aspettato due dannati giorni a dirmelo? Qui, poi, in uno squallido bagno! Non potevamo tornare a casa e affrontare la cosa con un po' più di dignità?-.

-Avresti preferito svenire sul nostro divano? Non hai tutti i torti- ironizzò Giulia, pentendosene subito dopo un'occhiata particolarmente torva di Filippo:

-Non sei divertente-.

Giulia si ritrovò ad annuire, in un muto gesto che dava ragione a Filippo. Non era la situazione che si sarebbe immaginata, non era neanche solo vagamente somigliante a quella che si era configurata l'anno prima, quando Filippo aveva scoperto il test di gravidanza di Caterina. Ora era tutto diverso: Filippo sembrava più arrabbiato e stremato che spaventato e felice, e lei si sentiva tutto tranne che sicura di qualsiasi cosa. Non era una bella sensazione.

-Non te l'ho detto subito perché avevi già troppe cose per la testa. La laurea, la festa, e il matrimonio, il lavoro e chi più ne ha, più ne metta- iniziò, a bassa voce, lo sguardo a terra – Ma te l'avrei detto stasera, o domattina al più tardi. Solo che ero troppo fiduciosa in me stessa, e non ho calcolato bene la portata di una cosa del genere-.

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