Non era mai stata agitata quanto quel giorno in tutta la sua vita. O forse sì, quando Filippo le aveva chiesto di sposarlo, oppure ancora quando l'estate passata avevano dovuto dire ai genitori di lui del matrimonio.
Giulia, in quel momento, non aveva alcuna certezza, a parte il fatto che quell'agitazione l'avrebbe mandata all'altro mondo e che con quei tacchi si sentiva completamente insicura nel camminare, rischiando ad ogni passo di rompersi l'osso del collo cadendo.
Si sentiva leggermente in imbarazzo mentre camminava vestita così elegante e seriosa allo stesso tempo, diretta verso una delle calli non molto distanti da Piazza San Marco.
Aveva passato giornate intere, dopo la telefonata dell'agenzia di viaggi, a decidere come vestirsi per quel colloquio conoscitivo. Quando aveva sostenuto il colloquio da commessa nel negozio dove ancora lavorava – per poco ancora, sperava-, non vi aveva badato molto. Invece, in quella giornata, aveva indossato la sua migliore giacca, i tacchi che stava odiando con tutta se stessa, e perfino una gonna. Ringraziava soltanto che, in quella giornata di fine marzo, ci fosse un sole talmente pieno da averle fatto perfino venire caldo. Sperava solo di non iniziare a sudare copiosamente e finire comunque per fare una brutta figura già in partenza.
Stava ripassando mentalmente quelle che sarebbero state le sue risposte alle domande possibili che le avrebbero fatto – aveva passato interi pomeriggi facendo ricerche sulle domande più comuni ai colloqui, finendo per impararsele tutte a memoria, risposte comprese. Si sentiva a tratti patetica, ma d'altro canto chi non si sarebbe agitato così ad un colloquio per un lavoro che volevi a tutti i costi?
Arrivò in circa mezz'ora davanti all'agenzia. Era abbastanza lontana da casa sua, ma la zona le sembrava piuttosto bella, elegante e con diversi negozi costosi nei dintorni. Perlomeno trovò quasi subito il luogo preciso dove era diretta: la piccola agenzia di viaggi dove stavano cercando un tour operator.
Si bloccò un attimo, a meno di cento metri dalla porta d'ingresso, accanto alla quale c'era una targa dorata sopra la quale c'era inciso il nome dell'agenzia a lettere corsive. Prese un sospiro profondo, si riassettò meglio che poteva i propri vestiti – sperando di non sembrare troppo sudata-, passò una mano veloce tra i capelli, ed infine si mosse verso la porta.
Quando la aprì, si ritrovò catapultata in un ambiente quasi del tutto immacolato: mobili e pareti bianche, in cui solamente qualche soprammobile e vasi di piante finte non facevano parte di quell'ordine così candido.
Non sapeva bene dove andare: il posto era molto più grande di quello che si era immaginata, e nessuno sembrava averle riservato molta attenzione quando era entrata. Forse l'avevano scambiata per una cliente o qualcosa del genere. Notò un bancone qualche metro più avanti, forse una specie di reception, dove dietro se ne stava una ragazza dall'aria elegante e sofisticata. Forse doveva rivolgersi a lei per chiederle dove doveva dirigersi per il colloquio.
Giulia non fece nemmeno in tempo a fare due passi, che per un attimo sentì l'equilibrio venire a mancarle e, inevitabilmente, l'attimo dopo sentì il freddo del pavimento sotto il suo corpo.
"Sapevo che questi tacchi dovevo bruciarli molto tempo fa".
-Le serve una mano?- la ragazza dietro il bancone le si era appena rivolta, guardandola con aria allarmata. Giulia non seppe nemmeno con quale forza riuscì a rimettersi in piedi in un batter d'occhio, e non seppe nemmeno cosa la trattenne dal lanciare chissà dove quei maledetti tacchi:
-No, grazie, sono a posto- si interruppe un attimo, prima di realizzare che in realtà aveva davvero bisogno d'aiuto – Ok, in realtà dovrei chiederle un'informazione-.
-Dica pure- la ragazza le rivolse un timido sorriso incoraggiante, mentre Giulia si avvicinava al bancone, con passo cauto:
-Sono qui per un colloquio conoscitivo. Sa dove devo andare?-.
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Walk of Life - Growing
RomanceLa vita da ventenni è tutt'altro che semplice, parola di sei amici che nei venti ormai ci sguazzano da un po'. Giulia, che ha fin troppi sogni nel cassetto ma che se vuole realizzarli deve fare un passo alla volta (per prima cosa laurearsi) Filippo...