Let me apologize to begin with
Let me apologize for what I'm about to say
But trying to be genuine was harder than it seemed
And somehow I got caught up in between
"E ti dico ancora: qualunque cosa avvenga di te e di me, comunque si svolga la nostra vita, non accadrà mai che, nel momento in cui tu mi chiami seriamente e senta d'aver bisogno di me, mi trovi sordo al tuo appello. Mai" - Herman Hesse
Era già calata la sera, quando fece girare le chiavi nella toppa della serratura. Alessio sbuffò a quel pensiero: era appena metà dicembre, ed avrebbe dovuto attendere ancora molto per il ritorno della primavera, con più ore di luce e il sole che ricominciava a scaldare. Odiava vedere la notte già scesa nel primo pomeriggio, così come odiava l'aria tetra dell'inverno, con il suo sole pallido e il gelo che si insinuava fin nelle ossa.
Fece un passo dentro casa, trovandosi da solo nel silenzio dell'abitazione. Andava bene così: non aveva molta voglia di parlare, in quel momento, non dopo aver passato gran parte della giornata a partecipare alla festa di laurea di Nicola.
Era stato difficile dover fingere che andasse tutto bene, anche se non erano mancati momenti in cui, per una volta da un mese a quella parte, era quasi riuscito a non pensare alla marea di problemi della sua vita. Aveva aiutato anche il fatto che con lui non ci fosse Alice, partita a inizio settimana per Londra, e il cui ritorno era previsto qualche giorno dopo. Era partita dicendo che aveva bisogno di stare almeno una settimana con i suoi genitori, ed Alessio non aveva potuto fare a meno di darle ragione: forse, almeno loro, sarebbero riusciti a darle il sostegno necessario che da lui, inevitabilmente, Alice non riusciva a trarre.
Si era anche sforzato di non darci troppo dentro con l'alcool. Non si era sottratto ai vari brindisi al rinfresco che aveva seguito la proclamazione – era pur sempre una laurea da festeggiare-, ma si era ripromesso di non dover rischiare di dover essere portato a braccio fino a casa per il troppo alcool ingerito. Non era stato facile, ma ci era riuscito comunque.
In fin dei conti, non poteva dire di non essersi trovato bene: avrebbe avuto bisogno di più sere svagate come quella per riuscire a superare quel periodo, se non indenne almeno con l'ansia diminuita di un po'.
Si tolse le scarpe, lasciandole in un angolo dell'atrio – l'assenza temporanea di Alice gli permetteva di essere un po' più disordinato del solito-, avviandosi poi verso la camera da letto. Si sdraiò sul materasso, con un sospiro profondo: aveva la schiena a pezzi, e anche i piedi erano doloranti.
Era stata una giornata intensa, particolarmente lunga: la proclamazione di Nicola si era tenuta, come sempre, a San Marco, a mezzogiorno. Per essere dicembre, erano stati fortunati ad avere una giornata di sole: a restare fermi per un'ora, con il cielo nuvoloso, avrebbero rischiato di rimanere tutti congelati.
Quando la cerimonia si era conclusa, Nicola aveva fatto il giro degli invitati: non erano in molti, ma abbastanza per rimanere fermi nella piazza ancora per una ventina di minuti. Alla fine, quando aveva raggiunto Alessio, fermo con Caterina, Giulia e Filippo, e con Pietro e Giada, Nicola gli era parso stremato. Eppure, nonostante la visibile stanchezza, continuava a sorridere come non mai. Guardandolo prendere in braccio Francesco, lasciandogli un bacio sulla guancia e sui capelli biondi, Alessio si era chiesto per la prima volta se, prima o poi, anche lui avrebbe provato lo stesso senso di orgoglio e felicità che doveva aver provato Nicola in quel momento, subito dopo aver concluso anche la magistrale con il massimo dei voti e tenendo stretto a sé suo figlio.
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Walk of Life - Growing
RomanceLa vita da ventenni è tutt'altro che semplice, parola di sei amici che nei venti ormai ci sguazzano da un po'. Giulia, che ha fin troppi sogni nel cassetto ma che se vuole realizzarli deve fare un passo alla volta (per prima cosa laurearsi) Filippo...